Tre donne

Goliarda Sapienza, scrittrice e poetessa, autrice tra l’altro di “L’arte della gioia”, da cui, per la regia di Valeria Golino, è stata tratta la serie di grande successo, fu incarcerata per un breve periodo con l’accusa di aver rubato gioielli in casa di un’amica. Nella breve permanenza a Rebibbia scopre l’amicizia con due giovani detenute. Da questo fatto il regista Mario Martone trae spunto per un film, all’inizio lento e poco comprensibile, ma che mano a mano prende forma, grazie alla bravura delle attrici, Valeria Golino, Matilda De Angelis ed Elodie. Il tema centrale è il rapporto tra le tre donne, così diverse fra loro, ma che condividono lo stesso sentimento di appartenenza, uno speciale sentirsi unite, che, una volta “fuori” dal carcere, le spinge a ricostruire l’atmosfera vissuta dentro, da cui non sanno staccarsi. Lo spettatore si immedesima nei personaggi “fuori” dagli schemi, nelle loro vite trasgressive e discutibili, ma ricche di emozioni e sofferenza, e che inaspettatamente suscitano simpatia. Il gesto finale, quello di lasciare a Goliarda una valigia piena di lettere e ricordi, affinchè possa utilizzarli per scrivere un libro, è segno dignitoso di amore e di riscatto.

5 commenti su “Tre donne”

  1. FEDERICO MADERNO

    Fa piacere apprendere che la Signora Elodie ha trovato una strada artistica che le si addice. La Musica ringrazia sentitamente.

  2. Lucia Buonanni

    Mi dispiace che il
    Film di Martone non abbia preso nessun premio. La rassegna di Maria Grazia e concisa e invoglia ad andare al cinema.

  3. È un bel film.
    Essenziale, per quanto riguarda la storia del personaggio: Goliardia non è stata solo l’esperienza del carcere ma molto altro. Non si è visto niente di lei e il cinema con Citto
    Maselli, di lei attrice, di lei e la sua passione per la scrittura e soprattutto niente della sua infanzia e della sua famiglia, elementi cruciali della sua biografia.

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