La vita rispunta sempre

Kostya ha 10 anni, poche cose nel suo zainetto, tra cui un vecchio cellulare, che può usare poco per non scaricarlo, qualche cibaria da sgranocchiare, una foto malconcia e un indirizzo, quello della sua Baba – sua nonna Irina – che lavora a Napoli come badante. Il bambino è partito dall’Ucraina, dove ha lasciato il suo Tato, suo padre, che si è arruolato per difendere la patria in guerra. Kostya parla tra sé e sé una strana lingua, onomatopeica, anche se sa qualche parola di italiano. Prende treni, cerca, riuscendoci, di sfuggire al bigliettaio, lega con una madre (bovina la soprannomina) e sua figlia, che lo aiutano nei momenti difficili e incredibilmente riesce ad arrivare a Napoli, all’indirizzo segnato sul biglietto. Quando arriva è sfinito, affamato, sporco e puzzolente, suona il campanello della casa ma nessuno gli apre. Allora si raggomitola sullo zerbino e si addormenta. Così lo trova Vita, proprietaria dell’appartamento, il giorno dopo. Il nome della donna, Vita, è opposto al suo aspetto e alla sua essenza: Vita, pur se apparentemente in carne ed ossa, da quattro anni è morta dentro. Da quando suo figlio è stato investito e suo marito (conduttore radiofonico) se n’è andato, vive da sola (fatta eccezione per la domestica Irina), schiacciata dalla depressione (che ha rinominato Ornella), sempre sbattuta sul letto, con le pillole che le ha dato lo psichiatra che la fanno dormire tutto il giorno. Irina, contrariamente alla sua padrona, è piena di energia, pulisce tutto con ostinata determinazione, e parla la lingua del Padre Dante (ha trovato una copia della Divina Commedia in un cassonetto). E’ sbalordita ma felice dell’arrivo del nipote, anche se Vita non vuole averlo in casa. La guerra, i morti, i dispersi, la violenza che proviene da quella terra lontana ma non tanto, segnano l’esistenza delle due donne e del bambino, sino a quando, inaspettatamente, Vita mette da parte il suo dolore e mette a tacere “Ornella”. In un viaggio a ritroso, Kostya torna alle origini, in compagnia di Irina e Vita.
Il romanzo di Viola Ardone “Tanta ancora Vita”, è un gioiello di tenerezza, rimpianto, fa ridere e piangere e come nei romanzi precedenti, soprattutto il “Treno dei Bambini”  (clicca qui)  sincronizza le persone sul tema dell’amore. Questo fanno i bambini.

Viola Ardone – Tanta ancora Vita . Einaudi ed. 2025

6 commenti su “La vita rispunta sempre”

  1. L’ho visto ieri nelle mani di una donna, seduta su una panchina fronte lago.
    E lo ritrovo qui, inaspettatamente, in questa bella e stimolante recensione.
    Grazie Costanza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto