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Cinema

Investigatrici private

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La locandina del film di Thea Sharrock

Inghilterra, primi anni ’20: una piccola città del West Sussex viene messa in subbuglio da una serie di lettere scandalose, piene di insulti e oscenità inviate a una pia donna, Edith Swan. Edith, conosciuta per la sua rettitudine e il suo fervore religioso vorrebbe accettare anche quelle missive lesive della sua dignità, ma il padre, severissimo, e la madre, anche lei sconvolta per gli improperi rivolti alla figlia, la costringono a denunciare il fattaccio.
I sospetti sul mittente si fanno immediatamente chiari: la colpevole è senza ombra di dubbio una ragazza irlandese, Rose Gooding, vicina di casa dei Swan, esecrata dai più per i suoi modi spicci, poco educati (va in giro scalza! ha i capelli sempre arruffati! la figlia suona la chitarra! convive con uno di colore! va nel pub degli uomini!), è lei che spedisce le missive. E pensare che le due, Edith e Rose, pur essendo così diverse, per qualche tempo hanno stretto amicizia, scambiandosi piccole confidenze. Ma poi le cose precipitano e scatta la denuncia.
I poliziotti locali non brillano per intelligenza e perspicacia, proni come sono agli ordini del capo, che non vuole grane e si arresta alla prima versione dei fatti. Ma nella squadra c’è anche una giovane agente di colore che, essendo donna, non può prendere parte alle indagini. La ragazza però non si arrende e con la complicità di un variegato gruppetto di femmine (una che per essere efficiente deve mangiare uova à la coque; un’altra nera, irreprensibile, dalle forme abbondanti e una vecchina scheletrica e vacillante – tutte giocatrici accanite di whist) conduce una serie di investigazioni private che la porteranno alla verità.
Segreti e bugie che trovano terreno fertile nella comunità bigotta e intrisa di luoghi comuni, immutabili nel tempo. Spicca per i suoi modi irascibili e misogini il padre di Edith, che farebbe di tutto per mettere in difficoltà la disinvolta Rose. Come sempre straordinaria nel ruolo della casta Edith, Olivia Colman, e in quello della rivoluzionaria ante litteram Rose, la bravissima Jessie Buckley.
Scritto da Johnny Sweet e diretto da Thea Sharrock, Cattiverie a Domicilio (2023) è un film delizioso, ironico, sguaiato e scorretto, che non si può perdere.

 

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COSTANZA FIRRAO

Nata a Bari nel 1953, è sposata e ha due figli. Vive a Milano dal 1990. Collabora negli anni ’90 alle pagine culturali di alcuni quotidiani locali ed è stata traduttrice dal francese per riviste bilingue. Ha curato vari siti e blog. E' appassionata di cinema e letteratura.

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