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Pranzo di Natale

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Breviario minimo per l’italico pranzo del Santo Natale, secondo l’ennesimo decreto del governo.
Cari cittadini e care cittadine, in occasione del Santo Natale che vede riunite intorno al focolare le famiglie, pardon, la famiglia, quella tradizionale, unica e sola, ecco alcuni suggerimenti.
Si raccomanda innanzitutto la puntualità, cosa che non dovrebbe risultare difficile e non perché i treni arrivino in orario come ai bei tempi, ma perché se siete in ritardo, chiunque, si ripete chiunque, può fermare il treno e scendere nel punto che consenta di raggiungere più rapidamente il luogo del convito.
Per i posti a tavola si raccomanda inequivocabile chiarezza nella distribuzione: gli uomini da un lato e le donne dall’altra. Bisogna scegliere da che parte stare e si considera pericolosa ogni equivoca fluida promiscuità. I bambini siedano al classico tavolo per essi predisposto, un tavolo lungo, molto lungo, che sia di buon auspicio per l’impennata di natalità prossima ventura. Alla mestizia del paesaggio dei posti vuoti si può supplire con tanti “Cicciobelli”, una innocua sostituzione tecnica.
Per gli antipasti sono prescritti i classici “Mare e monti”: laddove scarseggino le primizie di mare potete giustificare la cosa salutando la buona riuscita del famoso blocco navale, che evidentemente funziona così bene che non blocca solo il passaggio delle persone ma anche di pesci e affini.
La portata principale è il cosiddetto “piatto di stabilità”, un insieme di avanzi indigesti di produzione d’oltralpe, da servire però con italico entusiasmo e sulla cui convenienza spergiurare.
Per i contorni vanno bene tutte le verdure, purché a fasci, tipo fasci di broccoli, fasci di friarielli ecc.
I piatti di carne sono ammessi, purché si riconoscano a occhio nudo i vari pezzi, coscia, ala, zampa, lingua, onde scongiurare ogni sospetto di carne sintetica – poco importa che la carne sintetica non esista e peccato che l’effetto di questa prescrizione escluda il consumo di polpette e salsicce.
Per il dolce si predilige il classico Pandoro, purché lo si serva accompagnato da contumelie, improperi e le più salutari pernacchie.
Si suggerisce, onde rinvigorire la conversazione, l’uso di espressioni quali “spezzeremo le reni” , quand’anche si trattasse di spezzare il pane o rompere le noci durante lo spasso.
Buon appetito e open to meraviglia, stupitevi ora e sempre!

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SALVATORE RONGA

Nacque a bordo di un’isola nel golfo di Napoli, Ischia. Sbarcò raramente, così da poter attribuire al rollio ogni tormento esistenziale. Sperimentò varie forme di gastrite. Perse i capelli, ma non perse tempo a raccoglierli. Amò più di quanto i suoi amici sospettassero e odiò molto meno di quanto i suoi nemici avessero creduto. Venne alla luce il 13 luglio 1969 e da allora non fa che scrivere e riscrivere il suo epitaffio.

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1 Commento

  1. Giovanna 25 Dicembre 2023

    geniale

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