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Piccola fiaba di gennaio

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Julie Maroh, Le bleu est une couleur chaude - 2010

Lei non aveva una gran dote, ma la sua dolcezza era unica e rara. Per lui i tempi dell’agiatezza erano un ricordo passato, forse un’invenzione soltanto per evitare i ricordi del vuoto, del futuro che faceva paura. Sapeva però commuoversi ancora e ancora ogni tanto scriveva qualcosa che si faceva apprezzare.
Un giorno d’inverno il cielo premuroso sorrise, la terra, matrigna, impietosa, madre avara e distratta, concesse anche un rifugio, un tetto, e infine una casa. La scontrosa fortuna, che tutti lusinga e seduce ma poco concede, indicò loro un paese, una strada. Non hanno figli, ma vivono insieme, discutono spesso, e si amano ancora.

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MASSIMO SALVADORI

Nasco a Modena, ma rivendico ascendenze liguri, toscane, venete. Trapiantato a Napoli, rimango uomo di pianura: il grido dei gabbiani è una sorpresa quotidiana che ad ogni giorno e notte si rinnova. Insegno filosofia in un liceo di frontiera, ma i confini, si sa, sono un’invenzione e la realtà riesce anche a superare metafisica e immaginazione. Scrivo quando le parole assomigliano a quel che sento e sono: a volte penso, a volte vivo, il più delle volte devo invece impegnarmi a sopravvivere. Dal 2015 collaboro a LRì, un’esperienza azzurra di amici, amiche e di parole.

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