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La donna senza qualità

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Immagine di Aglaja

Non era bella, aveva l’aspetto di una donna senza femminilità e senza gusto. Vestiva anonimamente, non seguiva mode e stili particolari. Non si distingueva per eloquenza, parlava poco e a voce bassa. Non si cospargeva di profumi, non si truccava e non si dipingeva le unghie. I capelli, che tagliava da sola, erano corti e di un colore indefinito. Non era alta e magra, ma nemmeno grassa, il suo corpo sembrava quello di una creatura cresciuta in fretta, senza armonia.
La sua andatura era simile a quella di un coniglio circospetto, impaurito e pronto alla fuga. Si muoveva a scatti, ma senza fretta, confondendosi tra la gente senza dare nell’occhio. Mangiava lentamente, con l’aria di chi pensa ad altro e non assapora. Beveva solo acqua e a temperatura ambiente, con sorsi lunghi accompagnati da un sospiro , mentre lo sguardo rapido vagava intorno vacuo. Dormiva rannicchiata con le braccia strette al petto, le gambe raggomitolate sulla pancia e la testa sotto le coperte. Spesso si svegliava di notte col petto dolorante, annaspando in cerca d’aria, in preda ad un’apnea che la terrorizzava.
Non aveva mai conosciuto un amore, un abbraccio di un uomo, una mano tenera che l’accarezzasse. Poi, un giorno, uno dei tanti, mentre tornava a casa dal lavoro, le venne incontro un cieco, aiutandosi con un bastone che faceva tintinnare ad ogni passo. Inciampò in una mattonella sconnessa e le cadde addosso. Lei lo sostenne e gli chiese se si fosse fatto male. Lui le rispose di no e la ringraziò. Lei si offrì con garbo di accompagnarlo fino a casa e lui acconsentì con un sorriso. ù
Chiacchierarono lungo il tragitto, mentre il mondo intorno sfumava . Per la prima volta lei si sentì ascoltata e apprezzata, lui assaporò la dolcezza e la gentilezza della sua compagna di cammino. Si scambiarono nomi e numeri di telefono e continuarono a sentirsi, a incontrarsi, a fare passeggiate, a raccontarsi le loro vite. L’amore nacque a poco a poco, le loro anime si erano fuse e si rispecchiavano, nonostante i loro corpi non si fossero ancora sfiorati.

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MARIAGRAZIA GARBARINO

Chi sono? Difficile definirmi, sono in continua evoluzione, alla ricerca delle infinite occasioni per scoprire altre capacità, nel campo dell’arte, della scrittura, della pittura, del teatro in eterna sfida con me stessa. Non è eccellere che mi interessa, ma soddisfare la curiosità, stare al passo coi tempi, sentirmi in armonia col mondo e fondermi con esso. Tutto ciò mi appaga e mi ricompensa del tempo perduto, mi fa sentire viva e consapevole della ricchezza che ricevo e della bellezza di cui mi nutro.

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