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Da Diogene di Sinope a John Lennon

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John Lennon e Yoko Ono

Imagine there’s no countries     –    Nostra Patria è il mondo intero

A chi gli chiedeva quale fosse la sua patria, Diogene di Sinope, detto il cinico, (Sinope, 412 a.C. circa – Corinto,10 giugno 323 a. C) rispondeva di considerarsi cosmopolita, “cittadino del mondo”.
Il pensiero del cinico greco è molto diverso da chi non vede l’ora di rispedire al suo paese il povero migrante o invadere qualche territorio. A ciascuno la sua terra, o meglio, a me la tua terra. Ci fu però un tempo in cui un verso, “Nostra Patria è il mondo intero” che riflette la risposta di Diogene, diventò famoso. Era cantato dagli zingari accampati in un luogo solitario fuori Napoli, nel primo atto del “Turco in Italia”, opera buffa di Gioacchino Rossini su libretto di Felice Romani.
In realtà la storia di questo verso è lunga.
Comparve per la prima volta nel Talismano di Carlo Goldoni, fu ripreso successivamente da Caterino Mazzolà nel “Turco in Italia” e infine da Felice Romani, nel suo libretto dallo stesso titolo.
Ma un verso così significativo non poteva sfuggire all’anarchico Pietro Gori che, sulla melodia di una canzone toscana, “la figlia campagnola”, lo inserì negli “stornelli dell’esilio”, pubblicati nel 1898 nei Canti anarchici rivoluzionari, editi da La Questione sociale, rivista degli anarchici italiani profughi in America. (clicca qui)
Sottratto al contesto dell’opera buffa, diventò ben presto l’inno dell’internazionalismo libertario.
Cose d’altri tempi, qualcuno potrà pensare, ma il senso di quella frase riappare un secolo dopo in una canzone dalla melodia struggente e ben più famosa degli stornelli dell’esilio.

Imagine there’s no countries
It isn’t hard to do
Nothing to kill or die for (clicca qui)

(Immagina che non ci siano paesi
Non è difficile
Niente per cui uccidere o morire)

You may say I’m a dreamer
But I’m not the only one
I hope someday you’ll join us

(Puoi dire che sono un sognatore
ma non sono l’unico
Spero che un giorno ti unirai a noi)

Una speranza, quella di John Lennon, che dai tempi di Diogene è nel cuore dei sognatori: se non si spera l’insperabile,* non accadrà nulla di buono.

* “Se non spera non troverà l’insperato: non v’è ricerca che vi conduca né via” – Eraclito, frammento n. 65

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ROBERTO CALVINO

Ha conseguito la laurea in lettere moderne, discutendo una tesi in storia della critica d’arte con Maria Luisa Dalai Emiliani. Ha collaborato con Roberto Leydi e Michele Straniero su temi riguardanti la cultura delle classi subalterne. E’ stato corrispondente dall’Italia per “La strada”, rivista pubblicata in Olanda. E’ stato docente di lettere nella scuola secondaria. Principali mostre a cui ha partecipato con lo pseudonimo di Felix Danton o con il proprio nome: Echi Urbani, Amarillo Art Gallery Reggio Emilia 2009; Immagina Arte. Reggio Emilia, 2009; San Quirico D’Orcia. Palazzo Chigi. Demone a ciascuno il suo sogno, 2010; Cortecce e Simmetrie. Sestante, Gallarate 2011; Carù. Parole suoni immagini. Riflettere. Sacrestia della chiesa monumentale di San Marco, Milano, 2012; Rive gauche/ droit en Anniviers, Festival dédié à la photographie d'auteur et de montagne. Grimentz, 2012; Da legno a segno " Spazio Ostini, Cuirone, 2014; 15 ème festival européen de la photo de nu, " Corps et texte ", Arles, 2015; Dalle parole alle immagini, dalle immagini alle parole, Gallarate, spazio Carù Museo Maga, 2017.

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2 Commenti

  1. Loretta 2 Marzo 2024

    Molto interessante TUTTO grazie agli autori dei brani pubblicati sopra sono molto belli e reali
    Bravi coloro che li hanno scritti: sembrano dedicati a me

    Rispondi
    1. GIOVANNA NUVOLETTI 11 Marzo 2024

      GRAZIE

      Rispondi

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