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Qualcosa di molto malato

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Illustrazione di Aglaja

Ieri ha chiamato una signora settantacinquenne. Doveva prenotare una visita privata, in libera professione per l’esattezza. Aveva provato col servizio sanitario, ma l’attesa era davvero troppa.
“Signora”, le dico, “la prima disponibilità l’avrei mercoledì prossimo, alle 17. Costa 130 euro più due euro di marca da bollo”.
“Le chiedo scusa, ma potrebbe prenotarmi per la settimana dal 2 aprile? Così mi arriva la pensione e faccio meno fatica a pagarla”.
Oggi, invece, ultima chiamata. Chiama uno straniero, poco più che cinquantenne, estremamente gentile, dall’interno delle disdette. Mi dice che deve cancellare una visita cardiologica di controllo, con elettrocardiogramma, per venerdì mattina a Tortona. Aggiunge: “Mi cancelli anche l’ecografia dell’addome alle 12 a Novi Ligure”.
Gli dico: “Quindi lasciamo solo la diabetologica di controllo per le 14 e 30 all’ospedale di Alessandria?”
“No, mi cancelli anche quella. Tutte le prenotazioni di venerdì”.
“Non sarà semplice riprenotare tutto lo stesso giorno, anche se in ospedali differenti. È sicuro di voler cancellare tutti gli appuntamenti”?
“Sa, io faccio il camionista, ho preso apposta tutto venerdì, anche se mi sarei dovuto fare non pochi km. Però così avrei chiesto solo un giorno di permesso, ma il mio capo non me lo concede”.
“Mi spiace molto, ma sappia che le ricette, se non hanno più di 180 giorni, può nuovamente prenotarle richiamandoci” ribatto.
“Questa non è vita, è meglio morire che vivere così” chiosa lui.
Lo saluto, ribadendo il mio dispiacere.
Penso che ci sia qualcosa davvero di molto malato. E non sono i pazienti che mi chiamano per prenotare le visite.
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SIMONE LORENZATI

Scrivo dal 2008 e sono iscritto all'Ordine dei giornalisti, come pubblicista, dal 2011. Ho scritto per l'Eco del Chisone, il Corriere Sportivo, Le Valli, l'Ora del Pellice, My Red Carpet e Palomarblog, il blog della Fondazione piemontese dell'istituto Gramsci. Ho scritto per le pagine culturali del Corriere della Sera nell'edizione piemontese/ligure/valdostana. Attualmente collaboro anche con Re-movies e Belfagor, blog di politica e cultura. Ho scritto di musica, cinema, libri, sport, cronaca ed economia, cercando sempre di far parlare la coscienza civile e il bello, ché di nera e dintorni scrivono già in troppi. Parallelamente suono la batteria da trent'anni e ho suonato in diverse rassegne torinesi e cuneesi, idem per quanto concerne i live nei locali. Tre date al Torino jazz festival, in manifestazioni di contorno, e gruppi con cover di Paolo Conte, di Sting, di Gipo Farassino. Insomma un amore per le sette note a 360°. Ma, specialmente, quando a prevalere è lo swing.

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1 Commento

  1. Giovanna 20 Marzo 2024

    malata è la sanità pubblica, perché la stanno uccidendo – devono aiutare i poveri evasori fiscali

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