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Aquile randagie

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1928, il governo Mussolini mette fuori legge l’associazione cattolica degli Scout, fondata da Sir Baden-Powell nei primi del secolo scorso. Un gruppo di ragazzi milanesi decide però di continuare l’impegno in clandestinità. Un piccolo film, fuori dai circuiti della grande distribuzione, racconta la storia di quei giovani, della loro opposizione agli ideali fascisti e del contributo non piccolo, dato il loro esiguo numero, alla Resistenza.
Aquile randagie“, scritto e diretto da Gianni Aureli e coprodotto da un insieme di crowdfunding (tra cui la stessa AGESCI), ripercorre le tappe esistenziali di quella “bella gioventù” lombarda: alcuni ancora bambini, altri adolescenti, fanno della Val Codera (provincia di Sondrio) il loro covo segreto. Tra le montagne bellissime, fatte di ripide gole e sentieri ancor oggi percorribili solo a piedi, i ragazzi ritrovano il contatto con la natura – uno dei principi dello scoutismo – e discutono dei loro progetti per il futuro.
Un futuro che in capo a una quindicina d’anni, li ritrova sparpagliati per il mondo a combattere una guerra che non è la loro. I pochi che non sono stati mandati al fronte – tra questi alcuni che hanno preso i voti – prendono contatti con i partigiani e aiutano le famiglie ebree a raggiungere il confine svizzero. Spesso a costo della propria vita, mettono in pratica ciò che hanno imparato da bambini leggendo il Vangelo, applicandolo alla lettera, senza il surplus di inutili ostentazioni e orpelli chiesastici.
Se all’inizio la recitazione è piuttosto amatoriale, con qualche naiveté di troppo, dopo, nel fluire della storia, spiccano per bravura le interpretazioni di Teo Guarini nella parte di Kelly e Alessandro Intini in quella di don Giovanni Barbareschi. Ottimi i cammei dell’allora Monsignor Montini (poi diventato Paolo VI) e del cardinale Schuster, che contribuirono, anche se con mille cautele, alla causa contro il nazifascismo.
“Estote parati” il motto degli Scout e quei ragazzi furono pronti a coglierne il nucleo essenziale.

Aquile randagie” di Gianni Aureli – Italia 2019

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COSTANZA FIRRAO

Nata a Bari nel 1953, è sposata e ha due figli. Vive a Milano dal 1990. Collabora negli anni ’90 alle pagine culturali di alcuni quotidiani locali ed è stata traduttrice dal francese per riviste bilingue. Ha curato vari siti e blog. E' appassionata di cinema e letteratura.

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