Caricamento

Digita la ricerca

Cinema

BORDER, Creature di confine

4.080 visite

Tina fa l’agente alla dogana e, nonostante il suo aspetto repellente, è ben voluta presso i colleghi per il suo fiuto infallibile nello scovare sostanze e merci proibite e nell’individuare persone sospette. Il suo è un sesto senso prodigioso: Tina annusa il Male, ogni tipo di Male, con le narici frementi come quelle di un segugio e i denti che digrignano come quelli di un cane selvatico. Ma, al di là di queste strane caratteristiche, è una donna molto controllata, con un alto senso del dovere e delle regole. Fino a quando non conosce Vore, un uomo molto simile a lei sia nell’aspetto fisico che negli impulsi più segreti del suo animo.
Il regista svedese di origine iraniana Ali Abbasi, gira un film bizzarro e inquietante, spesso ripugnante nella crudezza delle scene, eppure intriso di poesia e di rispetto per l’essere vivente (che sia umano o animale) e per l’ambiente in cui uomini e bestie sono ritratti.
Tra Wonder, Elephant Man, La Bella e la Bestia (anche se qui di bellezza non c’è traccia), “Border – creature di confine” è una saga nordica, un po’ fantasy un po’ horror, in cui la mitologia scandinava popolata di troll e elfi, si mescola all’oggi, alle sue ingiustizie sociali e alle sue barriere fisiche e psicologiche. Da bambina amavo tanto le favole – dice Tina a Vore – e ho visto le fate danzare vicino al lago. Alla ricerca affannosa di se stessa, ma “cosa” sono io – si chiede – sospesa com’è tra una realtà spesso più brutale e perversa di quella di certi racconti sanguinolenti di Grimm o di Andersen, Tina tenta di recuperare il fil rouge tra la sua vera essenza e quella “umana” in cui vive, lavora e ama a suo modo.
Al di là della metafora e della semplificazione che gli uomini, a volte, sono peggio delle bestie, l’autore svedese ricama una storia in cui i “confini” richiamati dal titolo, sono labili o rigidi, a seconda delle situazioni che viviamo. Bravissima Eva Melander nella parte di Tina, e bravissima la truccatrice (candidata all’Oscar) che ha trasformato una fisionomia piacevole in quella di un mostro. Border, lo scorso anno, ha vinto gli EFA per i migliori effetti visivi, a Cannes per il miglior film nella sezione Un Certain Regard e in Italia come Miglior film al Noir Festival.
E, anche se a volte nelle scene più truci, la spettatrice media tende a distogliere lo sguardo, Border (Svezia/Danimarca 2018) è un film assolutamente da vedere.

Tags:
COSTANZA FIRRAO

Nata a Bari nel 1953, è sposata e ha due figli. Vive a Milano dal 1990. Collabora negli anni ’90 alle pagine culturali di alcuni quotidiani locali ed è stata traduttrice dal francese per riviste bilingue. Ha curato vari siti e blog. E' appassionata di cinema e letteratura.

  • 1

Ti potrebbe piacere

Lascia un commento

Your email address will not be published. Required fields are marked *