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Musica

Fabrizio e Marinella

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Non sono mai stata brava con le ninne nanne. Ne ho portate in dote dalla mia infanzia soltanto due. La prima, composta da mia madre di sonno in sonno, parla di bimbi che dovrebbero dormire mentre la neve scende lieve. La seconda, appresa dalla nonna materna, è annodata a un’antica tradizione. Racconta di un bimbo da cullare, non si sa bene a chi darlo e se non si addormenterà, andrà dritto in bocca al lupo. I bambini dormivano in apparenza senza incubi.
La canzone di Marinella è diventata la mia ninna nanna. Ho iniziato a cantarla a un fratello di otto anni più giovane, prove generali del mio istinto materno. La prima volta che l’ha ascoltata in radio, dalla voce di Fabrizio de Andrè, mi ha rivolto una tenera frase d’amore. È rimasto pensieroso, poi mi ha detto: «La canti meglio tu». Non è vero, ma ero il suo imprinting.
L’ho sussurrata anche a mia figlia. Ogni volta, mi chiede come abbia fatto quella fanciulla a scivolare nel fiume. Chiede anche conferma che l’amato abbia davvero bussato alla sua porta per tutta la vita. Leggo sul suo viso lo sgomento per quella storia d’amore perfetta, che si conclude con una mano severa del destino.
Come tante altre storie nella vita, amore mio.

Ciao Fabrizio

PAOLA GIANNELLI

Pugliese d’origine, milanese d’adozione, mamma, moglie e blogger (Parla con noi di Repubblica D e Stavo Giusto Pensando) ho sviluppato il mio percorso professionale all'insegna della curiosità e delle nuove opportunità. Ho iniziato la mia carriera come ricercatrice economica nel settore dell’economia agroalimentare presso il centro studi Nomisma subito dopo il conseguimento del master in International business administration negli Stati Uniti, per poi approdare alla consulenza direzionale di tipo strategico in CAP GEMINI Ernst & Young. Sono ora consulente indipendente, specialista in internazionalizzazione delle imprese del Made in Italy sui mercati esteri, asiatici in particolar in particolar modo, e annovero un passato da globe trotter per necessità (dagli Stati Uniti, Brasile e Argentina, alla maggior parte dei Paesi del Sud-est asiatico, passando per l’Europa). Precocemente attratta dalla scrittura che mi ha portata a buttare giù appunti e storie sui supporti più disparati (dagli scontrini del supermercato, ai sacchetti del pane, al palmo delle mani). Negli ultimi anni ho sviluppato una seconda focalizzazione professionale partita con l’adesione al progetto di Ellerì.

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