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Grazie a Dio

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Una casualità vedere di seguito due film dedicati alla Chiesa e ai suoi rappresentanti terreni che divergono in modo così stridente: da una parte, in “Aquile randagie“, l’eroismo di alcuni preti e giovani scout durante la Resistenza; dall’altra, in “Grazie a Dio”, il racconto drammatico di bambini abusati da un sacerdote che si doveva occupare della loro educazione.
François Ozon, regista francese dal talento poliedrico (ricordiamo il suo recente Frantz), ripercorre con rigore e senza retorica una storia vera, iniziata alla fine degli anni ’80 e tuttora in corso. Traendo spunto dal sito dell’associazione “La Parole liberée“, Ozon racconta il tormento di tre ragazzini diventati ormai adulti, che solo molti anni dopo le molestie e gli stupri reiterati, decidono di raccontare il loro calvario. Alexandre, Emmanuel e François, molto diversi tra loro – il primo è ancora molto religioso, il secondo ateo, il terzo psichicamente instabile – rompono il silenzio imposto a volte dalle loro famiglie, dalle convenzioni, dalla vergogna, dalla rimozione di ricordi insostenibili e, raccogliendo altre testimonianze, denunciano il prete e soprattutto il clima di omertà dietro cui la gerarchia ecclesiastica ha celato lo scandalo. “Grazie a Dio, il reato è caduto in prescrizione” – annuncia soddisfatto il Cardinale di Lione nel corso del processo. Ed è qui, nella disinvolta esibizione di una frase fatta, che si rivela l’enorme responsabilità del clero e la sua distanza dalla sofferenza delle vittime. Due ore e passa di racconto teso, quasi un documentario, se non fosse per la bravura degli attori e per i flash-back angosciosi che li riportano indietro alle violenze subite.
Premiato al Festival di Berlino, “Grazie a Dio” è un J’accuse pesantissimo nei confronti della Chiesa e, allo stesso tempo, un monito affinché riscopra la semplicità e il candore della parola di Cristo: “Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare” (Matteo 18).
Grazie a Dio di François Ozon – Francia 2019
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COSTANZA FIRRAO

Nata a Bari nel 1953, è sposata e ha due figli. Vive a Milano dal 1990. Collabora negli anni ’90 alle pagine culturali di alcuni quotidiani locali ed è stata traduttrice dal francese per riviste bilingue. Ha curato vari siti e blog. E' appassionata di cinema e letteratura.

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