Isla minima
Raúl Arévalo e Javier Gutiérrez
Nel paesino la gente fa di tutto per sbarcare il lunario, dalla caccia di frodo a lavori occasionali e sottopagati. I più giovani sognano di andare altrove a cercar fortuna. A Malaga – dice un opuscolo che gira per le case – si cerca personale per gli hotel di lusso.
Le indagini sono difficili, il confronto con la gente del paese è aspro. Aspro come la terra bruciata dal sole che, vista dall’alto, è un reticolo di paludi e risaie, di piccole isole inaccessibili dalla terra ferma. Tutto è contorto e irto di segreti inconfessabili nel bellissimo racconto di Alberto Rodriguez. In cui la natura bella e scostante fa da sfondo a un thriller che non solo è coinvolgente nel susseguirsi spasmodico degli avvenimenti ma delinea un quadro psicologico dei protagonisti. Senza alcuna tregua né apparente scampo. In cui l’ombra del franchismo e del recente passato che non passa, pesa come piombo nelle scelte di alcuni, forse di tutti gli attori della storia.
Premiato con 10 Goya, “Isla minima” è un’opera densa, difficile da dimenticare. Javier Gutiérrez e Raúl Arévalo, nei panni di Juan e Pedro, danno vita a una formidabile e inedita coppia di sbirri. Il film, uscito in Italia lo scorso anno, si può ancora trovare in piccole sale d’essai.