Caricamento

Digita la ricerca

Racconti

La grande Amaranta

5.039 visite

«Datele una stanza più luminosa e cibo migliore. Non bado a spese. Voglio che mia sorella viva a lungo e in salute. E soprattutto non fatele mai mancare fogli e colori. Solo quando disegna è felice. Ecco l’assegno».

La suora accenna un inchino di ringraziamento, prima di lasciarci sole.

Mia sorella è seduta sul letto, tra i muri bianchi. Unica nota di colore nella stanza il blocco da disegno accanto a lei. Pazza, fin da bambina.

«Posso permettermi il meglio per te, ora. Sono diventata una persona importante, sai?».

Mentre parlo non mi guarda, disegna cerchi sul lenzuolo con le dita e sorride al nulla.

«Ricordi quando morì nostra madre? Mi fece promettere che mi sarei occupata di te».

Le sue labbra sembrano incresparsi per un attimo, alla parola madre, poi torna a giocare con le dita, indifferente.

Ti odiavo, penso, perché tutte le attenzioni erano per te. Eri fragile, diversa, speciale. Io ero quella normale. Come fosse una colpa.

Le sfioro la mano, poi guardo il blocco da disegno. Macchie di colore, ombre, figure geometriche si fondono senza logica apparente, con la costante prevalenza del rosso. È così dunque che lei vede il mondo?

Prendo il blocco e lo sostituisco con uno nuovo.

Mia sorella alza lo sguardo, nei suoi occhi stralunati non c’è ombra di comprensione.

Mamma diceva sempre che occuparmi di lei mi avrebbe ricompensato di tutto, che la generosità ripaga sempre. Io non le avevo mai creduto, prima d’ora.

«Devo andare. Ma tornerò, non temere. Non smetterò mai di occuparmi di te».

Sì, sono una persona importante ora, penso chiudendo la porta dietro di me. Amaranta, la pittrice autodidatta che, neanche trentenne, ha rivoluzionato il rapporto tra colore e forma.

E già qualche critico scrive la grande Amaranta.

Non ho potuto finire l’Istituto d’Arte, i soldi servivano tutti per le sue cure. Ma non importa più, ormai. Questi disegni sono la giusta contropartita, perfetti per la mia personale a Parigi. Mia madre aveva ragione: la generosità ripaga sempre.

Immagine: Paul Klee – Dance the mourning child’s II

Tags:

Ti potrebbe piacere

Lascia un commento

Your email address will not be published. Required fields are marked *