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Lezioni di castronomia

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Si sta cercando la prima Polare? Quella che non si scorda mai?
Se non si ha un vecchio marinaio a disposizione, questo è il posto giusto.
Orsù dunque, si spenga il televisore, ci si scafandri ─ per non ibernarsi con i -15° invernali o per difendersi dallo stormo caccia della zanzaeronautica militare estiva ─ e si esca a osservare il cielo.

Se non si è bipolari, cosa in verità non rarissima, ognuno ha un solo polo a disposizione.
Concentrarsi su di esso, senza scilipotare.
La prima cosa da fare è trovare il nord.
Come si fa? Si va su google ─ evitare il premieratico Gogol, ché tanto
hai voglia d’aspettare l’anime morte e tutto il cucuzzaro! ─ e si cerca ‘Borghezio’, un Po per celia, un po’ per non morire.
Trovato? Pinkerton è partito, il nord “è qui”, harakirò la bionda miss treviso.

La Polare è nel Piccolo Carroccio, ma se non si staziona un’ampolla d’ingrandimento, non la si troverà mai.
Cercare, quindi, come punto di riferimento, la Santanchorsa Maggiore.
Il famoso isterismo non è difficile da individuare, grazie alla sua particolare forma e al fatto che, nelle sue vicinanze, non vi siano stelle che possano ostacolarne l’individuazione. Più a ovest, in verità, ci sarebbe la Maristar, ma essa appartiene alla costellazione del Gelmini, in forte discesa invernale.

Riconosciuto il Grande Carroccio, per trovare la Polare, basterà prolungare la linea congiungente le due ultime stelle: Mar.on.ak e Cal.dubhe.rol, per una distanza pari a cinque volte quella che le separa, per giungere in una zona di cielo dove, tra le altre più deboli, ne spiccherà una sola, Verde.
È proprio lei, la stalla polare!

 

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