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Cinema

Madres paralelas a Venezia

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L'ultimo film di Pedro Almodovar al Festival di Venezia

Dalla Mostra del Cinema – Pedro Almodovar narra la storia di due donne che stanno per partorire, Janis (Penelope Cruz) esaltata dall’evento sia pure inatteso e Ana, più giovane e spaventata, che cela un dramma.
Si conoscono condividendo la stessa stanza in ospedale. Due storie molto diverse che tuttavia le uniscono in una grande solidarietà.
Ma il film inizia con un’altra scena che apre alla storia della Spagna durante la guerra civile : Janis cerca la fossa comune nella quale, assieme a tanti altri, è seppellito il bisnonno assassinato dai franchisti.
Dunque la storia individuale si intreccia alla storia collettiva. Le generazioni che si succedono e la memoria che deve essere di continuo ‘ripresa’ per onorare i morti, sottrarli all’anonimato e dare loro degna sepoltura.
“Da che parte stai?” chiede fieramente Janis a Ana che si dichiara indifferente allo scontro politico.
La storia, le nascite, le morti. Di questo parla il film attraversando le due giovani vite che si intrecciano in un evento imprevedibile e drammatico legandole in modo indissolubile e cambiandone in modo radicale la prospettiva individuale. Un evento che in modo doloroso e contraddittorio le unisce e le divide. Le donne-madri di Almodovar.
E gli uomini? Nella sua prospettiva – che pone al centro il femminile, generazione e fulcro del mondo – gli uomini appaiono un ‘incidente’, benefico, o malefico, ma appunto un incidente.
Eppure il finale del film incoraggia a pensare che la vita stessa è un incidente che si ripete di continuo, e si rinnova inesauribile e potente, così come si recupera la memoria dei morti assassinati aprendo quella fossa comune e riannodando i fili della memoria anche se non certo pacificata.
Le generazioni come testimoni del tempo che non passa invano: noi siamo eredi e ripartiamo sempre e solo da ciò che ci è stato trasmesso.
“Sono stata pensata, dunque sono” afferma la Arendt.

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