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Picasso e la ragazza di Calabria

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Pablo Picasso Ritratto di Rita Pisano 30 ottobre 1949

Nel catalogo dell’ opera di Picasso compilato da Christian Zervos compare un disegno intitolato ‘Jeune fille de Calabre’ firmato e datato il 30 Ottobre 1949. La ‘jeune fille’ è Rita Pisano (1926-1984), comunista, antesignana del movimento femminile nel Mezzogiorno, che poi fu sindaco del PCI del suo paese Pedace, dal 1964 fino alla prematura scomparsa.
Lo sguardo di Picasso si concentrò sul volto di Rita a Roma durante una cena da Piperno a Monte Cenci, cui partecipavano, con Picasso, Antonello Trombadori, Renato Guttuso, Mario Alicata, Ernesto Treccani, Giulio Einaudi, Giuseppe De Santis e altri.
C’ era appena stata una grande manifestazione dei Partigiani della Pace (infuriava la ‘guerra fredda’) cui la Pisano era stata delegata dopo avere guidato lo sciopero delle raccoglitrici di castagne di Malito ed avere subito gli arresti della polizia di Scelba.
In Parlamento si votava per l’adesione italiana alla NATO. Lo scontro politico era molto aspro, l’opposizione dei partiti della sinistra aveva coinvolto l’intero Paese.
Il giorno prima, il 29 ottobre, a Melissa la polizia aveva sparato sui contadini che reclamavano la terra del fondo Fragalà (restarono assassinati Francesco Nigro, Giovanni Zito e Angelina Mauro).
A un certo punto della cena, Carlo Muscetta suggerì a Picasso l’idea di un ritratto della giovane ‘paesana calabrese’…e Antonello Trombadori, nel rievocare l’episodio su “Repubblica” («Zavattini, Picasso e noi nel ’49») ricorda che “fu lì che, presa carta e matita, egli disegnò lo splendente volto di Rita Pisano…”.
Il disegno, infine, lo prese Carlo Muscetta (è ancora nella sua collezione privata) e fu poi pubblicato in copertina di una edizione Einaudi che egli curò degli scritti di Vincenzo Padula (‘Gente di Calabria’) .
Antonello Trombadori, più malizioso, la mise così: ‘…Carlo Muscetta fu il più lesto degli altri commensali, appena Picasso l’ebbe terminato l’afferrò senza che gli fosse opposto un rifiuto… Intanto Pablo scherzava con Cesare Zavattini sui molti modi, secondo lui, di essere ladri di biciclette, tanto che all’uscita fece più volte e in diversa guisa l’atto di afferrarne una sulla soglia del vicino meccanico ciclista e un fotografo riprese la scena del simulato furto con Giulio Einaudi che in veste di guardia ferma il ladro Picasso…».

Rita Pisano Jeune fille de Calabre

Rita Pisano Jeune fille de Calabre

 

DUCCIO TROMBADORI

Duccio Trombadori. Nato a Roma nel 1945, figlio e nipote d’arte, dal padre Antonello e dal nonno Francesco ha ereditato la passione per la politica e la pittura. Laureato in Filosofia, è stato giornalista, critico d’arte, saggista, docente di estetica alla università di Architettura di Roma. Ha iniziato a scrivere d’ arte su ‘L’Unità’ alla fine degli anni Settanta, ha continuato in seguito su ‘Rinascita’, ‘Panorama’, ‘Il Foglio’, ‘Il Giornale’, e sul Tg3. Esperto d’ arte italiana del ‘900, ha diretto una rivista d’arte (‘Quadri&Sculture’, 1993-1998) ed ha curato monografie di Mario Mafai, Francesco Trombadori, Antonio Donghi, Riccardo Francalancia, Giulio Turcato, Renato Guttuso, Mario Schifano, Mario Ceroli. Tra il 1993 e il 2013 ha collaborato a diverse edizioni della Biennale di Venezia, di cui è stato consigliere di amministrazione. E’ stato più volte consigliere di amministrazione della Quadriennale di Roma. E’ autore di un libro- intervista con Michel Foucault (1982) e di una biografia ragionata di Gino De Dominicis (2012) . Un suo libro di versi (’Illustre Amore’, 2007) è giunto finalista al Premio Viareggio. E’ pittore di piccoli paesaggi di gusto ‘novecentesco’ che ha esposto a Parigi e Roma tra il 1990 e il 2014.

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