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Piccolo giallo a Montepulciano

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Giravo a zonzo per le stradine del paese nonostante non fossi in servizio. Mi sentivo come uno di quei protagonisti delle tante fiction che da tempo affollano il piccolo schermo. Nella calura estiva, pur guardandomi intorno, non trovavo né un prete né un forestale né un collega né un medico legale né un oste né una perpetua né un sagrestano amico.
Ero solo e non avevo un caso. Forse per questo non incrociavo il prete.
All’improvviso fui colto di sorpresa da un pezzo di carta che, per non più di un quarto, fuoriusciva da un tombino. Un documento d’identità! Quanti ne avevo visti nel corso della mia carriera.
Nel timore che il documento da un momento all’altro svanisse anche per il restante quarto, mi tuffai a terra per afferrarlo.
Il lembo era tra le mie dita. Il documento non poteva più finire tra i liquami. Così mi gustai lentamente la fuoriuscita del documento dalle grate del tombino.
La carta era ormai saldamente tra le mie mani, molliccia umida e alquanto puzzolente.
Il dorso si presentava rovinato e tutto scambiato e si leggeva appena. Sembravo un professionista del poker che, cambiate le carte, attende il quarto asso. Staccai le due paginette appiccicate e riuscii a malapena a leggere.
Il nome non mi era nuovo, si trattava di un nobile.
Ricordai di aver letto, nei fatti di cronaca di qualche mese antecedente il mio arrivo nella nuova destinazione, di una scomparsa.
Senza batter ciglio feci una veloce ricerca on line e mi apparve l’articolo: “Scomparso nella serata di ieri un nobile di Montepulciano”.
Pensare “elementare Watson” fu elementare. Avevo già risolto il caso.
Tornai indietro, girai l’angolo e l’altro ancora e sulla scalinata non c’era più il Nobile. La bottiglia che lo conteneva era tra le braccia di un dolcissimo ubriaco. Dormiva. Non lo svegliai, non ne valeva la pena. Certamente stava sognando di far scomparire un altro Nobile.
Di nuovo a zonzo solo tra le stradine… “Neanche un (il) prete per chiacchierar”.

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