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Attualità

Senza mascherina

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Roma, Ospedale S. Giovanni, ore 11.30

Avreste dovuto vederlo.
Vedere la sua faccia rigida, quasi fiera, nel cortile di un ospedale romano di quelli antichi, pieni di stradine e di cartelli indicatori, di ufficetti di ordinaria burocrazia ognuno con la sua brava coda umana davanti, le spalle contratte per il primo vero freddo.
Avrà avuto trenta, trentacinque anni al massimo. Quel volto, l’unico senza mascherina protettiva, mi ha ricordato improvvisamente certe foto in bianco e nero che riempivano i quotidiani alla fine degli anni settanta, forse per l’età, forse per la barba scura. Ma no invece, ecco perché: per l’impassibilità febbrile, impermeabile alle brucianti invettive che gli venivano rivolte da tutti gli astanti.
Rifiutare di indossare la mascherina anti Covid 19, contro ogni logica di convivenza sociale, contro il timore compatto di un ’umanità dolente, in aspettativa di un certificato, di una cartella clinica, dei risultati di un’analisi, è un atto inspiegabile più che inaccettabile.
Sputava sentenze assurde, il ragazzo, trincerato dietro slogan privi di senso.
Ed ecco di nuovo quel flash di memoria.
Tanti anni fa ci fu in Italia un discreto numero di giovani pronti a uccidere, anche a morire per idee politiche contrapposte ma ugualmente aberranti. E lo fecero. Il paese ne fu sconvolto, il corso della Storia cambiò, naturalmente non nel senso agognato da quei giovani.
Ogni epoca ha i suoi fanatici che si credono ribelli, o addirittura rivoluzionari. Ogni epoca deve convivere con i suoi corti circuiti, col sonno della ragione che ripropone implacabile i suoi incubi più o meno osceni.
Avreste dovuto vederlo, quel ragazzo.

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