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Cinema

Diplomacy: una notte per salvare Parigi

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Sono le quattro del mattino del 25 agosto 1944 quando Dietrich von Choltitz, capo del quartier generale tedesco a Parigi, decide con i suoi uomini di dar via al piano che raderà al suolo la Ville Lumière. Obbedisce all’ultimo ordine di Hitler che, consapevole dell’imminente sconfitta, «con la bava alla bocca e il viso sfigurato dagli spasmi», dà sfogo alla sua follia distruttrice.

È un uomo stanco e malato, il generale von Choltitz, chiuso nella suite di un famoso hotel parigino, sequestrato dalle sue truppe, che hanno dato quasi fondo a tutte le scorte di cibo, di vini pregiati e che smantellano dai bagni delle camere persino i bidè, oggetti preziosi da portare in Germania.

Tutto è pronto, decine e decine di cariche esplosive sono piazzate sotto i ponti di Parigi, la Senna allagherà tutta la città, salteranno in aria l’Opéra e l’Arc de Triomphe, il Louvre, Notre Dame e la Tour Eiffel, due-tre milioni di persone perderanno la vita. Ma gli ordini sono ordini e gli alleati sono alle porte. Occorre «punire l’arroganza dei parigini», continua a ripetere il Führer.

La notte è ancora fonda quando da una porta segreta si materializza il console svedese Raoul Nordling nella stanza del generale. Che ha poche ore per sventare il piano, salvare Parigi e i suoi abitanti.

Comincia così un estenuante braccio di ferro tra von Choltitz e il console. Due uomini fermamente decisi a portare a termine la propria missione.
Un dialogo serrato, a volte ironico, spesso disperato, giocato sul tema delle responsabilità collettive e individuali, con sullo sfondo il dramma della guerra e dell’ideologia nazista.
Liberamente tratto da una pièce teatrale, Diplomacy  – Francia-Germania 2014, regia di Volker Schlöndorff – è ispirato alla realtà storica. I due personaggi, splendidamente interpretati da Niels Arestrup (il generale) e André Dussollier (il console), reggono quasi da soli l’intero film. Il fondale è Parigi, nell’alba incantata che segnerà la sua liberazione. La struggente settima sinfonia di Beethoven, diretta da Wilhelm Furtwängler, è la colonna sonora di un film grande e indimenticabile, superbo.

 

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COSTANZA FIRRAO

Nata a Bari nel 1953, è sposata e ha due figli. Vive a Milano dal 1990. Collabora negli anni ’90 alle pagine culturali di alcuni quotidiani locali ed è stata traduttrice dal francese per riviste bilingue. Ha curato vari siti e blog. E' appassionata di cinema e letteratura.

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