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ANEMA E CORE

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Il busto di Salve D'Esposito nella Villa Comunale di Sorrento

Fu la prima canzone italiana a essere trasmessa dalla radio sovietica, dall’inizio della guerra fredda. Si racconta che Suchan Babaevič Babaev, primo segretario del partito comunista del Turkmenistan, disse di averla sentita cantare da Pietro Nenni, quando andò a Mosca a ritirare il premio Stalin per la pace. Gli piacque a tal punto che chiese alle autorità di mandarla in onda. Gli inglesi, invece, affascinati da quel brano, la fecero eseguire dalla banda militare in occasione dell’arrivo della nazionale italiana di calcio a Londra, invitata a giocare una partita. A chi gli chiedeva il segreto del successo, Salve D’Esposito, autore della musica, rispondeva: “12 versi e 32 battute”. Il testo era stato scritto da Tito Manlio per riappacificarsi con la moglie, a seguito di un litigio. Il primo a cantare questo slow lento e sincopato nel 1950 fu Tito Schipa, possente voce tenorile dal perfetto accento napoletano. Ma a decretarne il successo fu Roberto Murolo. Tradotta in moltissime lingue, diventò un clamoroso successo internazionale. Molti grandi artisti la vollero nel proprio repertorio e in Italia raggiunse subito il primato di 58 incisioni in poco tempo. Le parole e la melodia di questa canzone non smettono di emozionare. Oggi viene forse interpretata più di allora. Solo alcuni nomi: Tony Servillo e Francesco Mesolella, Francesco de Gregori e Francesca Gobbi, Stefano Bollani e Valentina Cenni e chissà quanti altri ancora. Chi non ha mai sussurrato, almeno una volta nella vita, all’innamorata:
Tenimmoce accusì: anema e core
Nun ce lassammo cchiù, manco pe’ n’ora
Stu desiderio ‘e te mme fa paura
Campà cu tte,
Sempe cu tte
Pe’ nun murì.
Tony Servillo e Fausto Mesolella: https://www.youtube.com/watch?v=99rKRA-upk0
Francesco De Gregori e Francesca Gobbi: https://www.youtube.com/watch?v=rz0-2XbLjAg
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ROBERTO CALVINO

Ha conseguito la laurea in lettere moderne, discutendo una tesi in storia della critica d’arte con Maria Luisa Dalai Emiliani. Ha collaborato con Roberto Leydi e Michele Straniero su temi riguardanti la cultura delle classi subalterne. E’ stato corrispondente dall’Italia per “La strada”, rivista pubblicata in Olanda. E’ stato docente di lettere nella scuola secondaria. Principali mostre a cui ha partecipato con lo pseudonimo di Felix Danton o con il proprio nome: Echi Urbani, Amarillo Art Gallery Reggio Emilia 2009; Immagina Arte. Reggio Emilia, 2009; San Quirico D’Orcia. Palazzo Chigi. Demone a ciascuno il suo sogno, 2010; Cortecce e Simmetrie. Sestante, Gallarate 2011; Carù. Parole suoni immagini. Riflettere. Sacrestia della chiesa monumentale di San Marco, Milano, 2012; Rive gauche/ droit en Anniviers, Festival dédié à la photographie d'auteur et de montagne. Grimentz, 2012; Da legno a segno " Spazio Ostini, Cuirone, 2014; 15 ème festival européen de la photo de nu, " Corps et texte ", Arles, 2015; Dalle parole alle immagini, dalle immagini alle parole, Gallarate, spazio Carù Museo Maga, 2017.

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