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Tutti Possiamo Candidarci per la RAI

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“Articolo21″ – benemerita associazione che si batte per la libertà di informazione – ha avviato una sacrosanta campagna affinché le prossime “nomine” Rai e Agcom avvengano nella trasparenza. Il leader di “articolo 21” Beppe Giulietti, sul sito dell’associazione ha proposto una serie di candidature: tutti nomi degnissimi.
Ho rivolto a Beppe, vecchio amico e collega, il consiglio di considerare solo AUTOcandidature. Le candidature, infatti, possono obbedire a tatticismi promozionali e propagandistici, o prestarsi a “favori incrociati”, ad attestati di amicizia più o meno sinceri. L’autocandidatura, invece, coinvolge solo la responsabilità di chi la avanza, non si addobba con sponsorizzazioni né si avvale di tifoserie. È assolutamente trasparente ma anche lineare, sottratta ad ogni equivoco o sospetto. Se ti autocandidi non puoi dire che non lo sapevi, o che non ti era stato chiesto, come può capitare quando un nome viene messo in circolazione da terzi.
Recentemente la BBC ha aperto un concorso pubblico per scegliere il suo prossimo “capo”. Un concorso pubblico è l’equivalente di un’autocandidatura. Non si partecipa a concorsi presentati da altri; devi metterci la tua faccia e la tua firma. Trasparenza, appunto.
Ho visto, con soddisfazione, che un ragionamento analogo devono aver fatto Carlo Freccero e Michele Santoro i quali hanno avanzato le loro proprie candidature per il vertice Rai. Non si tratta dunque di una idea balzana; si può sostenerla e – forse – c’è qualche possibilità che, col tempo, si realizzi. Con questo intento, ho deciso di avanzare la mia autocandidatura inoltrando alla segreteria di “articolo 21” questo sintetico curriculum:
“Claudio Petruccioli, 71 anni, giornalista professionista in pensione. Dal 1996 al 2001 Presidente della VIII Commissione del Senato, sede legislativa competente per l’intero settore delle telecomunicazioni, tv compresa (l’insieme delle materie su cui l’Agcom esercita il suo intervento); dal 2001 al 2005 Presidente della Commissione parlamentare di vigilanza sui servizi radiotelevisivi; dal 2005 al 2009 Presidente del Consiglio di amministrazione della Rai. Non svolge attualmente nessuna attività, non ha nessun incarico, non è dunque portatore di alcun conflitto d’interesse.
Sulla base di questi titoli il proponente ritiene di poter concorrere alle nomine tanto per la Rai quanto per l’Agcom. La presente autocandidatura è avanzata anche al fine di ricordare che le funzioni Rai e Agcom per le quali si deve procedere a rinnovi richiedono specifiche conoscenze, competenze ed esperienze di cui non sempre dispongono personalità pur famosissime ed eminenti per altri meriti e capacità”.
Nel nome della trasparenza e della responsabilità ne metto al corrente gli amici di Elleri, nel caso fossero loro a rilevare un qualche conflitto di interesse fra la mia decisione e la collaborazione a questo webmagazine.

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CLAUDIO PETRUCCIOLI

Nella vita ho fatto molte cose, ho avuto esperienze diverse, ho conosciuto tantissime persone; alla mia età (sono nato nel 1941) possono dirlo più o meno tutti. Mi piacciono molto le esplorazioni di luoghi poco frequentati perché i più preferiscono evitarli Ci sono stati momenti in cui sono stato “famoso”. Ad esempio nel 1971 quando a L’Aquila ci furono moti per il capoluogo durante i quali furono devastate le sedi dei partiti, compresa quella del Pci, di cui io ero segretario regionale. Ma, soprattutto, nel 1982 per il cosiddetto “caso Cirillo”, quando l’Unità pubblicò notizie sulle trattative fra Dc, camorra e servizi segreti per la liberazione dell’esponente campano dello scudo crociato sequestrato dalle BR. Io ero il direttore de l’Unità e mi dimisi perché usammo un documento “falso”; che, però, diceva cose che si sono dimostrate, poi, in gran parte vere. Sono stato in Parlamento e nella Segreteria del Pci al momento in cui cadde il Muro di Berlino, e anche Presidente della Rai. Con queste funzioni sono stato “noto” ma non “famoso”. La fama te la danno i media. Io, durante il caso Cirillo, ho avuto l’onore di una apertura su tutta la prima pagina de La Repubblica: “Petruccioli si è dimesso”. Quanti altri possono esibire un trattamento del genere? PS = Una parte di queste avventure le ho raccontate in “Rendiconto” (Il Saggiatore) e “L’Aquila 1971” (Rubbettino)

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