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Ci mancherà Signora in Giallo

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Nonostante vivesse in una ridente e tranquilla cittadina del Maine, la vedova Fletcher aveva in ogni parte degli States nipoti e cugini ai quali faceva regolarmente visita e che sembravano felici di vederla, senza mai chiedersi perché ogni volta che l’attempata signora comparisse sull’uscio della porta ci fosse un omicidio. Vero è che la signora prima di andare via, scopriva sempre chi fosse stato l’assassino, nel tempo di circa 45 minuti, sigla compresa.
Sempre impeccabile nei suoi tailleur e nei suoi maglioncini fatti a mano, mai un capello fuori posto, modello di quieta eleganza per tutte le signore un po’ in là negli anni, Jessica era tornata alla sua prima passione, la scrittura, per superare la vedovanza, sfornando una serie di bestseller – anche in questo suggerendo al pubblico femminile che non è mai troppo tardi per ritagliarsi un proprio spazio ed esprimersi, proprio come aveva fatto lei che si godeva la ritrovata indipendenza senza peraltro rinnegare il grande amore che era stato suo marito.
La presentazione dei numerosi libri la portava in giro per il mondo, creando così la circostanza perché ci fosse sempre un nuovo omicidio – e perciò un nuovo caso da risolvere.
Noi spettatori le volevamo bene e gli sceneggiatori lo sapevano, lo sapevano a tal punto che nessuno osava esprimere ad alta voce il lecito sospetto che sfidasse la sospensione dell’incredulità: ma vuoi vedere che la Signora Fletcher porta un po’ sfiga?
Una donna di mondo, ancorata ai valori tradizionali ma aperta, sempre a proprio agio, anche in situazioni al limite, insomma la forza della compostezza e della compassione. Il che non vuol dire che non fosse capace di essere severa e, al contempo, spietatamente sarcastica come sanno esserlo solo certe vecchie zie.
In nessuno dei 256 episodi, fuori e dentro Cabote Cove, il male si è mai affacciato con la violenza di una presenza assoluta. Anche nei delitti più efferati, il colpevole non era mai una persona cattiva o un criminale incallito, ma una persona come noi, che aveva ceduto per debolezza, per paura, per viltà. Quanta saggezza e quanta perfidia!
Ci mancherà, Signora Fletcher!

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SALVATORE RONGA

Nacque a bordo di un’isola nel golfo di Napoli, Ischia. Sbarcò raramente, così da poter attribuire al rollio ogni tormento esistenziale. Sperimentò varie forme di gastrite. Perse i capelli, ma non perse tempo a raccoglierli. Amò più di quanto i suoi amici sospettassero e odiò molto meno di quanto i suoi nemici avessero creduto. Venne alla luce il 13 luglio 1969 e da allora non fa che scrivere e riscrivere il suo epitaffio.

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