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Come il Banchiere divenne Duca

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Pierre-Auguste Renoir - Le déjeuner des canotiers - 1882

Il signore in tuba che conversa un po’ affettato con un battelliere sul bordo della Senna in mezzo al pranzetto dei ‘canotiers’ raffigurato dai vividi colori di Auguste Renoir (il celebre dipinto del 1881 oggi è della collezione Phillips, negli USA) è Charles Ephrussi, eroe eponimo della alta borghesia cosmopolita francese ‘fin de siècle’ raffigurato in buona parte dal personaggio di Swann nella ‘Recherche’ di Marcel Proust.
Nato a Odessa nel 1849 da una famiglia di banchieri di origine ebraica, Eprhussi giunse a Parigi subito dopo la Comune e la guerra franco-prussiana e vi frequentò i saloni mondani del mondo artistico-letterario. Scrisse un saggio su Durer, così come lo Swann di Proust progetta di scriverne uno su Vermeer.
Fu collezionista di stampe giapponesi, e poi cominciò ad acquistare le tele degli impressionisti: Berthe Morisot, Claude Monet, Edouard Manet, Alfred Sisley, Camille Pissarro, e soprattutto il suo prediletto Auguste Renoir.
Proprio uno di questi dipinti, ‘Le Dejeuner des canotiers’ viene nella ‘Recherche’ attribuito alla mano del pittore Elstir (altro personaggio del romanzo) che Swann ha visto nella collezione di Mme de Guermantes dopodiché domanda il nome del signore ritratto nel mezzo della allegra ‘guinguette’ sul lungofiume. Al che il Duca de Guermantes replica con sufficienza riguardo allo ‘pseudo-Ephrussi’…
“…domandai a M. de Guermantes se conoscesse il nome del signore con la tuba presente in quel dipinto a soggetto popolaresco, che avevo riconosciuto anche in un altro quadro di loro proprietà, databile più o meno al tempo in cui Elstir si rifaceva ancora a Manet…”
“Dio mio, mi rispose, è persona di una certa notorietà e non è un inetto nel suo campo. Il nome ce l’ho sulla punta della lingua: il signor… il signor… bah, non importa, non mi torna in mente. Ve lo potrà dire Swann, è lui che ha fatto acquistare tutta questa roba a Mme de Guermantes, che è sempre disponibile e sempre timorosa di contrariare qualcuno con un rifiuto… detto fra noi, credo ci abbia rifilato delle croste. Posso dirvi però che la persona di cui parliamo è per il signor Elstir una specie di Mecenate, e lo ha salvato più volte commissionandogli dei dipinti. Per riconoscenza -se vogliamo chiamarla così, dipende dai gusti- lui lo ha ritratto in un luogo dove quella sua aria agghindata fa uno strano effetto. Sara pure autorevole e curiale, ma evidentemente non sa quando si indossano i cappelli da cerimonia. Con la tuba, in mezzo a quelle ragazze coi capelli al vento, ha tutta l’aria del notaio di provincia in cerca di una scappatella’…

Charles Ephrussi

Charles Ephrussi

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DUCCIO TROMBADORI

Duccio Trombadori. Nato a Roma nel 1945, figlio e nipote d’arte, dal padre Antonello e dal nonno Francesco ha ereditato la passione per la politica e la pittura. Laureato in Filosofia, è stato giornalista, critico d’arte, saggista, docente di estetica alla università di Architettura di Roma. Ha iniziato a scrivere d’ arte su ‘L’Unità’ alla fine degli anni Settanta, ha continuato in seguito su ‘Rinascita’, ‘Panorama’, ‘Il Foglio’, ‘Il Giornale’, e sul Tg3. Esperto d’ arte italiana del ‘900, ha diretto una rivista d’arte (‘Quadri&Sculture’, 1993-1998) ed ha curato monografie di Mario Mafai, Francesco Trombadori, Antonio Donghi, Riccardo Francalancia, Giulio Turcato, Renato Guttuso, Mario Schifano, Mario Ceroli. Tra il 1993 e il 2013 ha collaborato a diverse edizioni della Biennale di Venezia, di cui è stato consigliere di amministrazione. E’ stato più volte consigliere di amministrazione della Quadriennale di Roma. E’ autore di un libro- intervista con Michel Foucault (1982) e di una biografia ragionata di Gino De Dominicis (2012) . Un suo libro di versi (’Illustre Amore’, 2007) è giunto finalista al Premio Viareggio. E’ pittore di piccoli paesaggi di gusto ‘novecentesco’ che ha esposto a Parigi e Roma tra il 1990 e il 2014.

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