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Cosa succede di bello?

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Non succede niente di bello, caro Mark. Proprio niente. Si continua a soffrire in tutto il mondo. In Italia vedo la gente stanca per una crisi che la sta mettendo a dura prova. Gente che ha perso il lavoro o non riesce ad arrivare a fine mese. Gente che spera in un futuro con meno sacrifici, ma anche pessimista, quando in tv vede qualcuno pulire la sedia, su cui un altro era seduto pochi minuti prima. E non parliamo di Grecia, Spagna e Portogallo, perché lo scenario è lo stesso. In Siria si muore ogni giorno, a centinaia, sotto le bombe sganciate dal Presidente. Le condizioni dei siriani nei campi profughi di Libano, Turchia e Giordania fanno gridare vergogna anche ai muti vedendo bambini senza colpa morire di malattia e di freddo. In Birmania si continua a morire perché si è diversi. In Cina si sfruttano i minori per essere i più competitivi sui mercati. L’ignoranza regna ovunque.
Insomma, il mondo è afflitto, ma per fortuna tutto va avanti, the show must go on. Anche tu, con il tuo facebook non sei da meno. Proponi novità non sempre gradite, cercando di renderci più socievoli, almeno virtualmente. Cosa succede di bello? Come va? A cosa stai pensando? Ecco, sto pensando che niente è cambiato dall’ultima volta che ho letto le tue stupide domande: ieri sera, stamattina, adesso e tutte le volte che ho potuto accedere al tuo social, diventato ormai una casa senza porte né mura per me.
Ma non ti preoccupare. Continuerò a postare musica e a scrivere stati che raccontano cosa ho mangiato. Frasi bellissime. Qualche foto che mi ritrae sorridente, come se non avessi neanche l’ombra di un problema. Devo farlo, cercando di rubare qualche sorriso a chi non vedo. Devo raccontare che sto bene, su di morale, costi quel che costi. Solo così riuscirò a rispondere alla tua ennesima domanda, pur non dicendoti sempre la verità: come ti senti?

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ANWAR SAFFI

Italiano di origine siriana. Cittadino del mondo. Nato due volte, a Damasco e in Ancona dove si è formato professionalmente. Si definisce un ponte tra l’Oriente e l’Occidente. Fuori dalle pagine scritte ha usato la parola per promuovere l’industria del mobile italiano nel Medio Oriente, ma non solo. Attualmente vive a Dubai, e semmai dovesse morire fuori dal Bel Paese, vorrebbe essere sepolto nel Cimitero di Tevernelle del capoluogo marchigiano, a testimonianza dell’amore eterno che ha per l’Italia, costruendo così l’ultimo mattone del ponte che lo ha visto ambasciatore di culture nonché sognatore.

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