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Poesia

Dieci poesie e sei fotografie per una amica

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I

Cipolla.
La citazione sul libro di analisi:
i concetti originari sono sempre puri e semplici,
sono le sovrastrutture a renderli oscuri e complicati.
Ho visto i pini secolari stracciati dal vento artico,
ho pensato le chiome come parole
a word for each tree
a sentence the whole wood.
Le parole nostre, Cipolla
nel bosco stracciato e malato,
che resta nella relazione cogli alberi
rinnegandola.

II

Roma.
Viver come i ricchi in volumetrie incredibili. Cipolla, ti ricordi?
Quella signora al porto aveva perso l’uva.
Ci chinammo in silenzio, non avevamo mai fatto altro.
Non registrammo il viso né le scarpe,
solo palline di dimensioni simili.
I suoi acini, signora. Tanto le dovevamo e ricorderemo.
La nostra memoria, Cipolla, selettiva nel cigolio
benvestito e ormeggiato.

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III

Rione Monti. Sabato Santo.
La luce del tabernacolo è spenta.
A salvarci è il giorno in cui non si celebra niente.
Quanto era assordante il silenzio, Cipolla?
Il frastuono dello spazio interstellare.
La prima volta fu la peggiore, ci chiuse in casa come apostoli disorientati.
Riuscire ad aspettare tre giorni non interi.
Paura di cosa, Cipolla, se la nostra quint’essenza non è rivolta all’infinito?
Il silenzio sarà la nostra parola d’ordine.

IV

Cipolla,
vorrei che la borghesia dei primi anni del ‘900 tornasse a Milano e ci tornasse in agosto.
È questo il mese delle strade deserte, dell’emergere del liberty e di quel tiepido scintillio preautunnale
nella direzione della mensa dei poveri.
Mi chiedo se apri finestre nei mari del Nord e se la luce
innervosisce il piccolo levriero.
Se i tuoi desideri sono complessi non preoccuparti, Cipolla:
non sempre è nevrosi, spesso è solo romanticismo.

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V

Bologna. Buttare via tutto per non buttare via nulla.
La memoria, Cipolla, non è un’addizione del ricordare ma una moltiplicazione.
È sbagliata l’idea dello scrittore come collezionista di cose che un giorno potranno servire.
L’approccio dovrebbe essere proprio il contrario.
Sulla maglietta i cavi di Saigon diventano un codice a barre. Vorrei vedere tutto così,
adesso. Conforto freddo, Cipolla, su uno sfondo che è rosso.
Come le torri di qui, che sono già un codice.

VI.

Savelletri.
Se i pianeti non sono allineati, Cipolla
non vuol dire quello che credi tu.
Quelli extra solari, per esempio,
hanno orbite bizzarre e nessuno ne fa un oroscopo.
Lo spazio è solo un posto come un altro da esplorare.
Cipolla, in questo fazzoletto di Puglia mi sembra ci sia un’unità di toni che leviga la mia rabbia.
Gli elementi sono quelli della vita contadina e il tuo discorso non era male.
Il cane è spaccato ma mio fratello dice che è il leone ad esser triste.
Vorrei che mi mandassi una poesia.
Dallo spazio.

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VII

Carinaro.
È incredibile Cipolla, che con questo caldo riaprano le fabbriche.
Soprattutto questa, dove m’insegnarono le sirene di fine turno del metalmeccanico.
I tagli delle lamiere sulla carne, la certificazione ISO e mettici tu il dannato numero che più ti aggrada.
In itinere, se passavano le bufale, bastava spegnere il motore della macchina e aspettare.
E io aspettavo, Cipolla, e fra un memo e l’altro mi chiedevo sempre ma io, qui, cosa ci sto a fare? Oltre a scrivere al mio amico di penna, intendevo.
Me lo chiedo ancora, e mentre si sposa le linee riaprono.

VIII

Hai visto, Cipolla?
Plutone è una biglia di marmo.
Con delle incredibili (incredibili) montagne.
La Signora Guadagno faceva gli aborti clandestini. Dice così
mia nonna mentre guardiamo il lampadario dalla nostra posizione privilegiata:
il letto.
Candelette infilate e tessuti bruciati.
Del resto, i soldi erano pochi
non potevano accattarsi un figlio l’anno.
I contatti li prendevi in chiesa, al secondo banco.
Con disinvoltura, figlia mia.

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IX

Diano Marina.
Cipolla, il ragazzo coreano ha dimenticato gli occhiali sul sedile del treno.
Ha diciotto anni, un viaggio in Europa, consapevolezza gentile e
sneaker verdi. Al rientro, l’esercito.
Viene da Busan, gli fa strano che io la conosca. Mica la conosco,
avevo letto una volta la biografia del poeta Choe Chi-Won.
Il ponte tra i grattacieli, le isolette collegate alla terra e a tener tutto insieme la spiaggia.
C’è poesia ovunque, Cipolla, e qualcosa vorrà dire.

X
La poesia è Dio sotto mentite spoglie.

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