Caricamento

Digita la ricerca

Frizzi e lazzi Racconti Scritture

FAVOLA SENZA MORALE

3.276 visite

illustrazione di: Aglaja

Si narra che, in un bellissimo giardino, ci fosse una quercia maestosa dove aveva costruito il proprio nido un usignolo che allietava col suo canto tutto il paese. Una volta alla settimana arrivava il giardiniere e l’usignolo era felice perché quell’uomo rispondeva ai suoi gorgheggi fischiettando allegramente. Ma un giorno un fulmine a ciel sereno si abbatté sull’albero spezzando proprio il ramo dove il pennuto stava riposando. In un attimo, così, precipitò in un cespuglio di rovi tanto fitto da restare incastrato tra rose e spine. Non riusciva a spiegare le ali e nemmeno a intrufolarsi nel denso groviglio. Terrorizzato, invano cinguettò sperando che qualcuno lo aiutasse. All’improvviso un uomo si avvicinò cercando di rubare qualche rosa. Ferendosi con le spine disse:

-“eppure VOLERE È POTERE” – e riuscì a portarsi via un bel mazzo profumato.

Il giorno dopo arrivò il giardiniere e l’usignolo provò a cantare sperando di attirare la sua attenzione. Ma l’uomo rispose fischiettando come al solito. Un uccellaccio del malaugurio gli disse:

-“È inutile che canti, lui cerca di imitarti e basta. Se vuoi attirare la sua attenzione prova a fare il verso della cornacchia e vedrai.”

L’usignolo improvvisamente si ricordò di quello che aveva detto il saggio di passaggio rubando le rose e capì che il consiglio del suo simile aveva un senso e che forse avrebbe potuto uscire da quel brutto guaio. Incominciò a gracchiare sempre più forte, con tutto il fiato che aveva in petto, fino a che il giardiniere, disturbato da quel suono fastidioso si avvicinò ai rovi e prese a tagliare con le sue cesoie i rami spinosi per scovare la brutta cornacchia e farla smettere una volta per sempre. Ma appena l’uomo liberò un varco abbastanza grande per permettergli di scappare l’usignolo volò via, cinguettando felice:

-“Sono libero, sono libero” – pensò volando tutto intorno per sgranchirsi le ali, ma si propose di essere più attento da allora ad ascoltare.

-“Avevo proprio capito male, il ladro aveva detto: VOLARE È POTARE!”

E si posò su un nuovo ramo.

Tags:
MONICA CAMILLA TORINO

Non posso scrivere la mia vita, è lei che scrive me. Abbozza, sbaglia, corregge. Mette punteggiatura a casaccio. Raramente mi lascia fare l'editing.

  • 1

Ti potrebbe piacere

Lascia un commento

Your email address will not be published. Required fields are marked *