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Frank Sinatra Il meglio…

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All’inizio del Novecento Saverio Sinatra, che viveva a Lercara Friddi vicino a Palermo, commise un “delitto d’onore”, e per sfuggire alla giustizia fu costretto a emigrare in America. Sposò Natalina e si trasferirono a Hoboken, dove il 12 dicembre del 1915 nacque Francis.
Il piccolo Frank crebbe velocemente, influenzato dal carattere duro del padre e da quello gentile e determinato della madre ligure, la casa poco distante dal quartiere di Little Italy fece il resto. Aveva quindici anni quando i suoi compagni di liceo applaudirono il suo debutto di cantante.
Nella sua storia corre tutto il secolo dello spettacolo americano e del malaffare.
Ne “Il padrino” di Francis Ford Coppola c’è un cantante, Jonny Fontane, che ricorda parecchio la figura di Frank Sinatra. È proprio per spianare la strada a quel cantante che Don Vito Corleone fa a un produttore una proposta “che non potrà rifiutare”.
La realtà non fu molto diversa, Frank finì nel mirino dell’FBI che lo trascinò a processo per le sue supposte amicizie mafiose. Forse nemmeno tanto supposte se insieme a Lucy Luciano e Frank Costello, investì molto in politica e da Cuba, dove avevano un grandissimo giro di alberghi di lusso, casinò e cliniche per gli aborti (fuori legge in Usa), arrivarono i soldi, tanti, per far sì che John F. Kennedy, vincesse alle elezioni presidenziali del 1960.
Ebbe quattro mogli e tante donne tutte bellissime, solo una non avrebbe mai dimenticato: Ava Gardner.
Nel 1995 andò in onda lo spettacolo televisivo “Sinatra: 80 Years My Way”. Seguito da quasi centocinquanta milioni di persone fu il suo ultimo concerto dal vivo, nessuno più sarà The Voice. Morì a Hollywood il 14 maggio del 1998.
Sulla tomba di un uomo che ha venduto centinaia di milioni di dischi, incantato il mondo con migliaia di concerti, vinto due Oscar e che si faceva preparare, in camerino, il “pesto” dal celebre chef genovese Zeffirino, la lapide recita semplicemente: “The best is yet to come” (il meglio deve ancora venire).

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ANTONIO QUAGLIARELLA

Pugliese del ’44, una decina d’anni in ogni provincia e, partendo da Lecce, ha emigrato nel 2003 in Lombardia. Proprio l’anno del grande caldo, con questa regione in testa per il maggior numero di anziani sopravvissuti. Sempre nel campo finanziario, ha smesso (fortunatamente) di dare consigli il 30 aprile del 2013. Servizio militare assolto con gioia e onore nei Parà, la Toscana gli entra nel cuore in quel periodo, era 1968. Non resiste per tanto tempo a niente e a nessuno, quando ha potuto farlo si muove di conseguenza, riconoscendosi il merito di saper vivere con piacere in contesti molto complessi e diversi e questo sin da bambino. Ogni volta prova la stessa sensazione di avere di fronte una vita nuova di zecca da scoprire e questo gli moltiplica le forze. Viene cooptato nel Rotary International e si merita la Paul Harris Fellow, appena prima che istituissero il numero chiuso per i terroni. Questo continuo frazionamento di vita lo porta alla convinzione che l’ultima persona vicina non potrebbe mai avere sottomano una storia completa (quasi) della sua vita. Così comincia a scrivere. Ne fa le spese, di questo fiume di inchiostro, La Rivista Intelligente e la sua “mamma” Giovanna. Essere sé stessi sempre, qualche volta anche juventino, ha un prezzo da pagare. Solo una donna sempre al suo fianco, dai tempi della migrazione e l’accoglienza, continua a fargli sconti e a dargli credito e lui l’ha legata a doppio filo alla sua vita, ormai finalmente stanziale.

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