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Il bosco e la fagianella

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Procedo nel bosco, il mio di tante camminate, a volte con mio padre, instancabile camminatore.
Castagni e faggi, betulle, ruscello, muschio e ginestre d’aprile, cielo a chiazze tra i rami.
Adesso lui, in ospedale, sta camminando attraverso il limite estremo della vita, sta rallentando il passo o forse accelerando.
Io solo qui, in questo tempio naturale, so di essergli veramente vicina, di essere dentro un battito, non nei sensi corporei che ormai sono lontani ma qui nel cuore del bosco dove lui trovava l’unico modo di essere felice, dove quel suo dolore si allentava nei percorsi instancabili, anche di dodici ore.
Cammino e respiro i rami, i sassi che scricchiolano e mi dicono la vita che sbriciola via ma portano l’occhio anche verso conche di primule che gialleggiano sul dosso. E l’acqua che scroscia giù sotto nella culla del torrente.
Il sentiero sale leggermente, il passo più deciso, il mio battito è il passo stesso, il bosco è tutto lo sguardo, dentro e fuori.
E la vedo lì avanti, a pochi metri di distanza, planata con grazia, a suo agio sul sentiero, e’ una fagianella fulva con gli occhi di spillo e un collare di piume chiare ma tranquilla e per nulla turbata dalla mia presenza.
Trattengo il fiato poi lo rilascio piano e la guardo, lei si gira e comincia a camminare come se non fosse un uccello. Io la seguo mantenendo il margine tra il mio passo e il suo. Ogni tanto si gira, non sospettosa ma attenta. Procediamo così per un po’, lei mi tira con una corda invisibile e io la seguo sospendendo ogni pensiero e giudizio. D’un tratto si ferma ma con fare più deciso e di nuovo mi guarda ma più a lungo. Poi elegante, facendo vibrare le piume macchiate di bianco spicca il volo di lato, verso una radura di felci.
Resto così, ferma nello stupore e rapita dall’incontro.
Passa il tempo di calpestare qualche foglia e squilla il telefono, chiamano dall’ospedale, la voce mi dice quella frase che temevo e mi spezzo dentro. In questa esplosione di dolore che orchestra la perdita capisco che la fagianella era volata via insieme al babbo e al passo con lei avevo intrecciato il suo ultimo lampo di vita.

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