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IL GIOCO DEL DESTINO E DELLA FANTASIA

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Tre racconti presentati in modo gentile, porti allo spettatore come delicati fiori di pesco: storie di donne perlopiù ma anche degli uomini che trovano sulla loro strada e che inevitabilmente soccombono – in senso figurato – alle loro trame. Perché di trame si parla, costruite in modo mirato o meno, in cui i maschi cadono come in una rete. A parte l’ultimo racconto, solo al femminile, che è forse il più intenso e paradigmatico dei tre. Un virus – ma non parliamo del Covid – ha attaccato tutti i sistemi informatici del mondo: per comunicare si è tornati alla posta e al telegrafo. Due donne si incontrano sulle scale mobili del metrò, una scende l’altra sale e per un attimo i loro sguardi si incrociano. Entrambe pensano di riconoscere – anche se sono passati vent’anni – le sembianze di un’amica del liceo. “Il gioco del destino e della fantasia” del regista giapponese Ryūsuke Hamaguchi ha vinto l’Orso d’Oro al festival di Berlino 2021: un film particolare, a volte ermetico, sicuramente raffinato in cui le interpreti sembrano “giocare” con la loro vita, al punto da svelare solo alla fine la loro vera natura. Un puzzle di sentimenti e risentimenti, di sguardi e ammiccamenti, di coincidenze e dialoghi surreali in cui far convergere la complessità delle vicende. Se si può immaginare un regista di riferimento. questi è sicuramente Eric Rohmer e la sua Nouvelle Vague, anche se in certe scene vengono in mente le casualità non casuali di Sliding Doors, soprattutto nel secondo episodio intitolato “Porte spalancate”. Il Giappone e le sue contraddizioni fanno da sfondo alle storie – le donne sono quasi tutte giovani, disinvolte eppure cerimoniose in quei loro strani inchini – e nel film si ritrova l’atmosfera antica e moderna di tanta letteratura nipponica (come il recente “L’ombrello dell’imperatore” dell’italiano Tommaso Scotti) e, insieme, il senso di solitudine che accompagna le bravissime interpreti nei loro percorsi.
Il gioco del destino e della fantasia di Ryūsuke Hamaguchi – Giappone 2021
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COSTANZA FIRRAO

Nata a Bari nel 1953, è sposata e ha due figli. Vive a Milano dal 1990. Collabora negli anni ’90 alle pagine culturali di alcuni quotidiani locali ed è stata traduttrice dal francese per riviste bilingue. Ha curato vari siti e blog. E' appassionata di cinema e letteratura.

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