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Società

Il treno dei desideri nei miei pensieri all’incontrario va

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Immagine di Aglaja

Treno regionale, come al solito pieno, vedo un posto libero, con scatto felino, più o meno, mi ci tuffo.
Di fronte a me è seduto un ragazzo giovane, bello, più che bello, bellissimo, occhi neri, sguardo profondo, fisico asciutto.
Tra me e me penso: beato te giovincello, se avessi avuto qualche anno in meno avrei fatto carte false per conoscerti.
Inizio a leggere, sento però il suo sguardo fisso su di me, mi studia, appena nota che lo sto guardando volta il viso.
O madonnina dei miracoli vuoi vedere che al giovincello piacciono le signore agée – avanti con gli anni suona molto male! – Ne ha ben donde, noi donne agée avremo sì le rughe, il corpo non più tonico, i capelli che iniziano a diventare bianchi, ma vuoi mettere la maturità, l’esperienza. Certo è un valore aggiunto, non lo nego, tutt’altro. Dopo tanti up and down nella vita qualcosa avremmo pur imparato.
Leggevo, proprio poco tempo fa uno studio scientifico, anche se quanto scientifico non saprei, secondo il quale la donna matura è preferita dai più giovani che dai coetanei. Evitarli come la peste; tra sfigati, divorziati, infelici, separati, sposati infelici, ce n’è per aprire un mercatino dell’usato.
Intanto il bel visino continua a guardarmi, ma nemmeno un accenno di avances.
Sta leggendo il Corriere dello sport. Non è il massimo, che sia un tifoso sfegatato innamorato solo della sua squadra del cuore? Che importa! La domenica mi lascerà sempre sola per andare a vedere la partita; dai non fare la razzista intellettualoide, il Corriere dello Sport viene letto da tutti, mica sta guardando Youporn.
Imbarazzante però questo sguardo fisso su di me, mi stanno venendo le vampate, tipo inizio menopausa. Continuo a leggere, ma i miei pensieri spaziano, spaziano fin troppo.
Sono arrivata. Ragazzo mio la nostra storia finisce qui, peggio per te. Proprio quando sto per alzarmi, mi guarda e mi chiede. “Scusi signora, ma lei è la mamma di Angela?” Sguardo da iceberg “No caro sono la nonna, già che ci sei aiutami ad alzarmi che ho lasciato la stampella a casa”.
Fine di un idillio precox.

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FRANCESCA TURCHETTI

Orgogliosa di far parte della Generazione X in un mondo alla deriva, mi sono buttata sulla scrittura come panacea di tutti i mali. Più che scrittrice posso affermare senza timore di smentita di essere scribacchina, cercando di guardare e descrivere con occhio ironico e distaccato i moti del cuore, la vita difficile, i turbamenti di una vecchiaia che incombe; talvolta riusciendoci, altre volte fallendo in maniera poco onorovole. L'importante è provarci.

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