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LEZIONI DI PERSIANO

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la locandina originale

Lezioni di Persiano”, film russo-tedesco diretto dall’ucraino Vadim Perelman presentato alla Berlinale e appena uscito sulla piattaforma Sky, si inscrive nella vastissima cinematografia dedicata alla Shoah, non solo nelle sue espressioni più evocative e terribili da “Il figlio di Saul” a “Schindler’s List” ma anche in quelle apparentemente più lievi e surreali come “Train de Vie”, “La vita è bella” o “Jojo Rabbit” (già recensito qui). Nella Francia occupata dai tedeschi (1942), un ragazzo ebreo belga, Gilles, viene catturato da un commando nazista. Caricato su un camion insieme a decine di fuggitivi riesce a evitare l’esecuzione sommaria grazie a un libro che scambia con un altro prigioniero per un panino. Il libro, una poesia illustrata scritta in francese con la traduzione in lingua farsi, gli salva la vita. Nel campo di transito in cui viene internato c’è infatti un comandante delle SS, il maggiore Koch, che dopo la guerra vorrebbe recarsi a Teheran per aprire un ristorante. Gilles nasconde la sua vera identità, si finge persiano, e accetta di dare lezioni al nazista pur non conoscendo una parola di persiano.
La vicenda narrata da Perelman ha una sua bizzarra originalità che la distingue sia dalla lettura più convenzionale sia da quella più fantasiosa: lo sfondo è sempre quello, campo di concentramento, vecchi donne e bambini in fila strattonati e picchiati, atrocità compiute con indifferenza, filo spinato e cecchini, ma la quinta potrebbe anche essere di repertorio, perché l’unica storia è quella che contrappone e unisce Gilles e Koch. Gli altri protagonisti, soprattutto i nazisti e le naziste sembrano dei figuranti tanto plateale è la loro ignoranza e quasi caricaturale la loro crudeltà, ma anche i prigionieri – fatta eccezione per i due prigionieri italiani – hanno solo funzione riempitiva. Il filo che lega il nazista e il giovane ebreo è quello della memoria, che non è solo quella con la M maiuscola celebrata il 27 gennaio, ma quella che serve, in questo caso, a tenere a mente le parole e a comporle in un tema ordinato e comprensibile.
Ispirato a una storia vera, “Lezioni di persiano” è quasi una fiaba per la sopravvivenza, in cui alla banalità del male si contrappone la creatività del bene. Straordinario Nahuel Pérez Biscayart nella parte di Gilles.

Lezioni di persiano di Vadim Perelman – Russia-Germania 2019 – disponibile su SKY

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COSTANZA FIRRAO

Nata a Bari nel 1953, è sposata e ha due figli. Vive a Milano dal 1990. Collabora negli anni ’90 alle pagine culturali di alcuni quotidiani locali ed è stata traduttrice dal francese per riviste bilingue. Ha curato vari siti e blog. E' appassionata di cinema e letteratura.

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