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Non è un videogioco

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Immagine di Stefano Navarrini

Poteva capitare a chiunque, è capitato a me di scivolare nello schermo, bip bip, qualcuno mi ci ha spinto, bip bip, e poi tutti insieme giù con i pulsanti, livello 1, livello 2, livello 3, via la maglietta, via i pantaloni, le scarpe, gli slip, ci abbiamo bevuto su, ma io non sono quello che ha bevuto di più, o forse sì, chi se lo ricorda, via i peli, zac zac, sulle gambe, zac zac, sulle chiappe, zac zac, sul pube, zac zac, con il rasoio, zzzzz, è complicato tenere ferma la mano, le ragazze si depilano, sono la tua ragazza adesso, la ragazza di tutti, ed è Natale, perché a Natale si addobbano gli alberi con le caramelle, una qui, una là, sono l’albero di Natale, facciamoci un selfie, tutti sotto l’albero, poteva capitare a chiunque, è capitato a me di essere lo specchio delle paure di tutti, specchio specchio delle mie brame ora sono io la più bella del reame.
Game Over.
E’ solo un gioco. Non è un videogioco. Non si vince niente. Si perde tutti.
Durante una gita scolastica a Roma alcuni ragazzi di Cuneo, età tra i 14 e i 16 anni, hanno preso di mira un compagno di classe. Lo hanno denudato, rasato, coperto di caramelle e filmato. La direzione della scuola ha sospeso i ragazzi che ora rischiano di essere bocciati. I genitori li difendono. “Era solo un gioco”.

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SALVATORE RONGA

Nacque a bordo di un’isola nel golfo di Napoli, Ischia. Sbarcò raramente, così da poter attribuire al rollio ogni tormento esistenziale. Sperimentò varie forme di gastrite. Perse i capelli, ma non perse tempo a raccoglierli. Amò più di quanto i suoi amici sospettassero e odiò molto meno di quanto i suoi nemici avessero creduto. Venne alla luce il 13 luglio 1969 e da allora non fa che scrivere e riscrivere il suo epitaffio.

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