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QUELLO CHE NON HO

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Non ho più: ascoltare Mozart e Rossini per sorridere e capire, Lucio Dalla per ricordarmi del primo amore – i tramonti taglienti delle Dolomiti, ombre sempre più blu – le austere Alpi Apuane che incombono, sulla spiaggia morbida della Versilia o sulla sabbia ruvida del Poveromo – il buio a volte allegro del centro di Genova, la “casa di Cristoforo Colombo” che forse è falsa, ma non importa – non ho più via Circo 7, Milano, la terrazza abbracciata dall’albero, i figli piccoli e la vita vera – i baci con anche la lingua, e il resto che magari potrebbe conseguirne – chiacchierare di vestiti al telefono con le amiche – il whisky – i gamberoni – ballare, da sola o con Lui, io meglio di chiunque, a occhi chiusi nel centro della sala – sciare, nel sole da sola, in Faloria, quasi altrettanto mio della danza, ritmato, regale e sensuale – sedere a una tavolata di amici un po’ ebbri che ridono, gridano e strillano, senza sentirmi male – poter entrare in un negozio, in un grande magazzino, in un supermercato fornito di musica a palla, senza sentirmi un cane in chiesa – prendere un treno da sola per andare a trovare amici sparsi per l’Italia, senza svenire in stazione – poter ascoltare in cortile un bambino che fa rimbalzare un pallone, pum pum pum, senza sentirmi male – ascoltare le voci dei nipoti, sentire i nipoti, vedere i figli e i nipoti, carne della mia carne. Andare a prendere i due più piccoli all’asilo, da sola. Poter parlare ho ancora: la facoltà quasi intatta di piegare le parole a mio piacere, per dire bellezza o dolore, emozioni e ragione, in prosa o in poesia, a piacere – il potere, non immenso ma per me sufficiente, di inquadrare, attraverso un obiettivo fotografico, armonie e pensieri, ombre e luci, le forme a molti, molti nascoste ho: una libertà indicibile, l’unica mia libertà. Una rivista online, che ho fondato e guido con persone che amo, alcune le conosco di persona, altre non le ho mai viste, ma sono in me ugualmente. Persone con le quali ci siamo scelte, per talenti e sentimenti, per capacità diverse e compatibili che si intrecciano in divina magia (scusare l’espressione un po’ retorica). Il webmagazine si chiama La Rivista Intelligente, e mantiene quel che promette, ironia compresa. Vivo ancora una vera vita dentro una Redazione Intelligente. Sono ancora quasi viva
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GIOVANNA NUVOLETTI

Sono nata nel 1942, a Milano. In gioventù ho fatto foto per il Mondo e L’Espresso, che allora erano grandi, in bianco e nero, e attenti alla qualità delle immagini che pubblicavano. Facevo reportage, cercavo immagini serie, impegnate. Mi piaceva, ma i miei tre figli erano piccoli e potevo lavorare poco. Imparavo. Più avanti, quando i ragazzi sono stati più grandi, ho fotografato per vivere. Non ero felice di lavorare in pubblicità e beauty, dove producevo immagini commerciali, senza creatività; ma me la sono cavata. Ogni tanto, per me stessa e pochi clienti speciali, scattavo qualche foto che valeva la pena. Alla fine degli anni ’80 ho cambiato mestiere e sono diventata giornalista. Scrivevo di costume, società e divulgazione scientifica, per diversi periodici. Mi divertivo, mi impegnavo e guadagnavo bene. Ho anche fondato con soci un posto dove si faceva cultura, si beveva bene e si mangiava semplice: il circolo Pietrasanta, a Milano. Poi, credo fosse il 1999, mi è venuta una “piccolissima invalidità” di cui non ho voglia di parlare. Sono rimasta chiusa in casa per quattro/cinque anni, leggendo due libri al giorno. Nel 2005, mi sono ributtata nella vita come potevo: ho trovato un genio adorabile che mi ha insegnato a usare internet. Due giovani amici mi hanno costretta a iscrivermi a FB. Ho pubblicato due romanzi con Fazi, "Dove i gamberi d’acqua dolce non nuotano più" nel 2007 e "L’era del cinghiale rosso" nel 2008, e un ebook con RCS, "Piccolo Manuale di Misoginia" nel 2014. Nel 2011 ho fondato la Rivista che state leggendo, dove dirigo la parte artistico letteraria e dove, finalmente, unisco scrittura e fotografia, nel modo che piace a me.

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1 Commento

  1. Loretta Grazzini 14 Novembre 2023

    Sei fantastica Nuvola, stupenda, meriti il meglio dalla vita che ci rimane: mi manchi tanto, purtroppo non abitiamo nella stessa città, anche io purtroppo ho una disabilità che mi è rimasta dopo operazioni ripetute al femore: cammino con un carrellino che mi aiuta!!! Senza quello non cammino più!
    Dada ha un grave problema agli occhi e non guida più ! Trovo difficoltà a venire a Roma se tu potessi venire qualche giorno a Firenze ho una camerina per ospitarti. Che felicità sarebbe per noi, anche per Dada.
    Io devo ristampare il mio libro ‘Mille Cuori è una Capannina ‘ non credo di aggiornarlo: non c’è niente di buono da Scrivere sulla Capannina di oggi! Solo la storia del noto locale è sempre interessante.
    I proprietari sono anziani e non organizzano più niente, ti confesso che se dovessi aggiungere qualche cosa non saprei da che parte cominciare!!! Te cosa ne pensi? Hai idee nuove su la Capannina? Cosa faresti? Aggiungeresti qualche cosa nella ristampa? Non è facile perché sarebbe molto difficile e costoso perché andrebbe ribattuto tutto e questo costerebbe moltissimo!!! Io avrei deciso di stamparlo così come è!
    Mi piacerebbe avere un tuo commento al riguardo. Te cosa hai fatto con i tuoi libri? Si trovano ancora in libreria? Mille Cuori e una Capannina è completamente esaurito nelle librerie solo il concessionario a Firenze ne ha poche copie e le sta vendendo a prezzo ribassato! La cosa non mi piace perché il libro si SVALUTA!
    Te cosa ne pensi? Te cosa hai fatto con i tuoi libri?
    Ora ti lascio e ti abbraccio con immutato affetto.
    La tua amica
    Loretta

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