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SantAmbrogio Tutto attaccato

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Pepi Merisio - Santambrogio - 1975

SantAmbrogio, tutto attaccato. E’ il cuore di Milano, e anche una larga fetta del mio. E’ il grande saggio vescovo che ci diede il carnevale lungo, e il nome di ambrosiani. Per i mondani è il giorno dell’inaugurazione della Scala, con le serate in pompa magna anni ’50, con le contestazioni ’68ine che macchiarono qualche smoking, con gli intervalli pettegoli più interessanti dello spettacolo musicale.

Per me Sant’Ambrogio è la Basilica, perfetto monumento romanico, che abbraccia ampia e consola le creature che la frequentano. Negli anni felici abitavo la sua piazza, e ogni mattina uscendo di casa traversavo la chiesa, ne salutavo i santi dorati, e uscivo da via Lanzone per infilarmi nel liceo Manzoni.

A primavera le rondini le volavano sopra, sfrecciando nel cielo pastello. Un posto mistico nelle sue luci trasfiguranti – anche per me, agnostica. Un pezzo di casa, affettuoso e accogliente, come in questa splendida foto di Pepi Merisio, del 1975. Tra i ragazzi che ci giocano a calcio riconosco mio figlio più grande. Vorrei trasmettervi la mia emozione, sono la Nuvola.

 

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GIOVANNA NUVOLETTI

Sono nata nel 1942, a Milano. In gioventù ho fatto foto per il Mondo e L’Espresso, che allora erano grandi, in bianco e nero, e attenti alla qualità delle immagini che pubblicavano. Facevo reportage, cercavo immagini serie, impegnate. Mi piaceva, ma i miei tre figli erano piccoli e potevo lavorare poco. Imparavo. Più avanti, quando i ragazzi sono stati più grandi, ho fotografato per vivere. Non ero felice di lavorare in pubblicità e beauty, dove producevo immagini commerciali, senza creatività; ma me la sono cavata. Ogni tanto, per me stessa e pochi clienti speciali, scattavo qualche foto che valeva la pena. Alla fine degli anni ’80 ho cambiato mestiere e sono diventata giornalista. Scrivevo di costume, società e divulgazione scientifica, per diversi periodici. Mi divertivo, mi impegnavo e guadagnavo bene. Ho anche fondato con soci un posto dove si faceva cultura, si beveva bene e si mangiava semplice: il circolo Pietrasanta, a Milano. Poi, credo fosse il 1999, mi è venuta una “piccolissima invalidità” di cui non ho voglia di parlare. Sono rimasta chiusa in casa per quattro/cinque anni, leggendo due libri al giorno. Nel 2005, mi sono ributtata nella vita come potevo: ho trovato un genio adorabile che mi ha insegnato a usare internet. Due giovani amici mi hanno costretta a iscrivermi a FB. Ho pubblicato due romanzi con Fazi, "Dove i gamberi d’acqua dolce non nuotano più" nel 2007 e "L’era del cinghiale rosso" nel 2008, e un ebook con RCS, "Piccolo Manuale di Misoginia" nel 2014. Nel 2011 ho fondato la Rivista che state leggendo, dove dirigo la parte artistico letteraria e dove, finalmente, unisco scrittura e fotografia, nel modo che piace a me.

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