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Cinema

Caro Quentin ti scrivo, seconda parte

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Caro Quentin, Non ti scrivo per proporti un’idea, ma per offrirti una nazione: l’Italia.
In quel paese baciato dal sole i riferimenti ai tuoi film fioriscono ogni giorno.
Hanno un governo capitanato da un “Mi chiamo Wolf e risolvo problemi”, donne in lotta contro i femminicidi come la tua Uma Thurman in Kill Bill, imprenditrici sole e coraggiose come Jackie Brown, neo-nazisti da fare invidia ai tuoi BastErdi senza Gloria, frequentatori assidui di bar sport che commentano a getto continuo l’opportunità delle mance e la verginità di Madonna come in Le iene… Gli esempi potrebbero continuare, ma so che un grande regista non guarda mai al passato, nemmeno se si tratta dei suoi stessi film.
Riesci a immaginare le splendide opportunità di una location italiana?
Potresti anche non ricadere nello stereotipo del film di mafia, peraltro fertilissimo, e fare un film fantasy sulla Saga di una secessione del Nord. Ci sono soggetti incredibilii, già pronti per un kolossal. Pensa: si sono già autonominati Cerchio Magico e Barbari Sognanti. Sono barbari da Conan, ma tu puoi andare oltre e mixare con Highlander la loro longevità politica tribale. Se ti vuoi spostare verso un nuovo genere, il Peplum-Nazi, puoi prenderti tutta la Roma del Gauleiter Alemanno, con autobus di linea che fanno bella mostra della scritta “Onore al Duce”. Il tutto mentre un treno dal nome Italo sfreccia su un binario morto.
ll materiale italiano, mio caro Quentin, è talmente potente che quasi non riesco a metterlo in ordine per troppa eccitazione cinefila.
Fai un viaggio, vieni a dare un’occhiata di persona, non badare a quel che dice George che ha villa nel luogo isolato di un lago quasi svizzero e men che mai dai retta a To Italy with love di Allen: è pieno di vestaglie anni cinquanta, donne incinte e pizzette, mentre l’Italia è molto di più. Non badare all’inglese brachilogico di attricette italiane beccate ai soliti noiosi party di Los Angeles … A Palermo potresti divertirti molto di più, fra l’altro, e non certo ricalcando il film di quel noiosone di Wim Wenders.
Il bello di questo paese è la sua sceneggiata totale, il suo essere già cinema, già fiction, tutti i generi più pulp, senza limiti. Situazioni sempre più grottesche, perennemente avvitate su se stesse in una spirale di immagini e parole mai viste in quella terra non cinematografica che si chiama Europa.
Qui è l’Eden, per noi. L’Italia è il cinema.
Che altro dirti? Non trovo le parole. Chiamami e ci facciamo un salto insieme. “Vedere per credere” è un motto nazionale. Tu vedrai Italy e crederai, crederai in modo cieco e assoluto a quel film che faremo insieme e che sarà il tuo più grande capolavoro.
With love
Tua June

To Italy with love (1)

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