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Società

Non nominare il nome di zio invano

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Chiunque pubblicamente bestemmia, con invettive o parole oltraggiose, contro la Divinità è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da € 51 a € 309.
Così l’attuale legge italiana tutela dalla bestemmia ogni confessione religiosa.
È facile però constatare quanto nel concreto questa legge non garantisca affatto una reale tutela. Anzi, a ben guardare, spinge a cadere in più gravi reati.
Che dire infatti di quei numerosi cittadini e fedeli che, nel tentativo di aggirarla, storpiano a proprio piacimento il nome della Divinità?
A tutti coloro che ritengono di sfuggire alla multa terrena, nonché, un domani, alla giustizia divina, abusando di epiteti quali “Zio Porco”, vorrei far notare quanto incorrano in un illecito ben peggiore della bestemmia.
L’offesa, infatti, in questo caso, oltre a colpire la Divinità che, qualora esistesse, non si lascerebbe certo ingannare da un cambiamento di consonante, va a danneggiare una classe di persone esistente nonché molto numerosa, quella degli Zii, di norma amabili e affettuosi, tuttalpiù a volte un po’ invadenti.
Perché quindi tutelare una Divinità colpendo al suo posto milioni di persone reali e innocenti?
Esempio altrettanto illuminante è l’imprecazione “Porco Diaz”. Ora, considerato che Diaz è un cognome che interessa più di mille persone solo in Italia e molte migliaia nel resto del mondo, compresi personaggi storici del calibro del generale Armando e dell’esploratore Bartolomeo, l’inopportunità di farne un’offesa mi sembra evidente.
D’altra parte, espressioni all’apparenza innocue possono celare la bestemmia.
Esternazioni come “Perbacco” o “Perdiana” appaiono accettabili, ma siamo certi che tra noi non ci siano più seguaci degli antichi culti pagani?
E se qualcuno pronunciasse l’espressione “Porco Mondo”, a prima vista inoffensiva, e ad ascoltarlo ci fosse un seguace del Panteismo?
“Porca miseria” poi potrebbe risultare sgradito alle correnti Pauperistiche del Cristianesimo.
Credo bastino questi pochi esempi a far apparire lampante l’inadeguatezza della legge.
Proporrei quindi di renderla più severa e al tempo stesso più semplice enunciando come unica imprecazione consentita il termine “acciderbolina”, che appare rispettoso di ogni essere umano e fede religiosa, o in alternativa di affrontare la pena pecuniaria, nonché le fiamme dell’inferno, senza alcun tentativo di mistificazione.

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