Io il natale me lo sono inventato. L’ho sognato per anni, dickensiano, caldo, rosso e oro, odore di abete e vin brulé, il tacchino ripieno con salsa di mele, trionfi di dolci e agrumi, canti e allegria e bambini che ridono e animali che saltano nelle carte colorate. L’ho sognato quando ogni natale era per […]
Qui da me il bollito misto tradizionale si chiama “caldaia”, ed è di maiale: carré affumicato, “porcina” (coppa o spalla del maiale, quella da cui si ottiene l’ossocollo), pancetta, testina, cotenna, zampetti, orecchie, costicine, wurstel (qui chiamati “Vienna”) e salsicce di Cragno (roba carsica, leggermente affumicata), cotechino, zampone. Il tutto viene servito con crauti, senape, […]
Alla fine della puntata precedente siamo rimasti con in mano un ottimo consommé e della carne lessa (ché chiamarlo bollito è un insulto). Ora ci chediamo leninianamente: che fare? Della carne, soprattutto, ché di buttarla via non se ne parla nemmeno, e mangiarla così è una penitenza. E allora noi, che scemi non siamo, la […]
Vaffanbrodo, dice. Fosse facile. È leggenda quella che sostiene che chiunque lo sappia fare, e sono pochissimi i libri di ricette che lo spiegano. Lo si tramanda da genitore a figlio, o in mancanza si improvvisa. E invece no, gente. Ci vuole stile anche per un accidente di brodo. Perché per prima cosa si deve […]
Intelligente? Geniale, deve essere la cucina della fine del mese. Quando ti ritrovi con niente in casa se non quattro cipolle e sei patate, e nel tempo hai già raschiato il fondo del barile con tutte le varianti di zuppa possibili (soupe aux oignons, crema di patate, minestra di patate e cipolle e via […]
Se dico norma che vi viene in mente? Una regola, un’imposizione, uno standard? La dittatura della maggioranza sulla varietà? A me per esempio, che evidentemente a quanto sopra sono refrattaria al punto di rimuovere il concetto stesso, fa comparire all’istante un ricordo olfattivo e sonoro: la Callas a tutto volume in un giorno d’estate, io […]
In tempi lontani, nei luoghi di mare, i pescatori tornavano all’alba stanchi col loro carico notturno. Al molo li attendevano i compratori, a casa le donne; donne pazienti abituate ad aspettare e non aspettarsi nulla, che mettevano a bollire le patate per il pranzo. Tempi grami, quelli. Si mangiava quel che c’era. Patate, appunto. E […]
Vivevo sola con una gatta nera da guardia, in un buco che da privilegiata ero riuscita ad avere a equo canone, e solo perché il proprietario era mio padre. Il quale padre giustamente però si aspettava il puntuale pagamento al cinque del mese: non ne ho mai saltato uno, neanche quando, era febbraio, me ne […]