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Attualità Società

BRICIOLA

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La rivedremo oggi? È la mascotte del IV Reggimento dei Carabinieri della Fanfara a cavallo che abbiamo conosciuto sette anni fa alla cerimonia di insediamento del presidente Mattarella, ma il suo vero debutto risale al 2014 per la cerimonia del bicentenario di fondazione dell’Arma dei Carabinieri il 5 giugno 2014, fortunata coincidenza, proprio nel giorno del suo primo compleanno.
Briciola è stata donata da una famiglia che frequentava le attività di ippoterapia che si svolgono, grazie all’impegno dell’Arma, presso la caserma “Salvo d’Acquisto” a Roma. In quel momento il posto di “mascotte” era vacante; la piccola Lady, che l’ha preceduta, non c’era più e i tentativi con Stella e Rullo non erano andati a buon fine in quanto troppo spaventati dai rumori forti e dai cavalli. Briciola si rivelò, invece, subito di buona indole e per nulla intimorita da equini, tamburi e ottoni.
La tradizione pare derivare dall’esercito inglese con l’uso dei “cani di scuderia” per la guardiania delle stalle e per la compagnia gradita proprio dai cavalli. In Italia si trovano testimonianze, di queste piccole presenze, già dalla fine dell’800.
Nel IV Reggimento dei Carabinieri questa abitudine è stata rinnovata negli anni ’70. Briciola ha avuto dei predecessori: la prima è stata Trombetta sino al 1988 e i suo i due figli Semicroma e Tamburrino (che sono stati congedati in fretta perché inadatti a quella vita), poi Birba dal 1989 per dieci anni, a seguire Lady, sino al 2011, e infine Briciola. La tradizione vuole che sia sempre adottata una meticcia ricevuta in dono; l’Arma tiene a queste caratteristiche per sensibilizzare tutti sull’importanza di adottare i tanti piccoli amici provenienti dai canili.
Il maresciallo Tassinari è il suo responsabile, l’ha istruita e ne prende cura come fosse il suo unico padrone, nonostante ciò Briciola è libera di girare per la caserma e pare gradire molto sia l’ascolto, in sala prove, della fanfara così come l’alza bandiera delle 7,30 a cui non manca mai.
Un’ultima curiosità: Briciola alla cerimonia di oggi indosserà un nuovo mantello, donato da una nota casa di moda italiana, su cui sono cuciti i nuovi gradi di vicebrigadiere conseguiti nel 2018, ma se vi capitasse di incontrarla non mettetevi sugli attenti: preferisce ancora biscottini e carezze.
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DIEGO C. de la VEGA

… l’ex-moglie (probabilmente l’ultima) lo definisce “un delinquenteeeee!”. I più non lo reggono oltre gli 11 minuti, ma per i pochi che hanno sopportato con benevolenza i suoi difetti: De la Vega è una persona d’oro! Ha vissuto dividendosi tra Madrid, l’ex Repubblica di Genova per approdare a colonizzare, attualmente, il sub-Piemonte. Autentico fantasista, ha svolto innumerevoli attività. Filoenologo, musicista, cuoco-pop, musicoterapeuta pentito, ex politico in erba, sartina-smart, giusperito incompiuto, lobbysta, elettricista, falegname, idraulico, appassionato d’arte contemporanea, genio dell’informatica fai-da-te. Ama la musica antica e le opere di Philip Glass saltando a piè pari tutto l’800 che trova disgustoso. Un uomo meraviglioso se non fosse per un solo piccolo difetto: riesce a volgere tutte queste sue doti in armi letali con cui produce catastrofi inimmaginabili pur non volendo! I suoi insegnanti delle scuole elementari, capendone il valore, dopo il classico “è intelligente ma non si applica” lo promossero a un definitivo: è una Mancata Promessa! Attualmente, non volendo farsi mancare nulla, si è dato anche alla scrittura essendo stato ospitato su LaRivistaintelligente.it dalla benevolenza di Giovanna Nuvoletti, e pubblicando racconti in due antologie di Edizioni2000diciassette, grazie all’invito di Maria Pia Selvaggio che, chissà come, lo ha scoperto. .DeLaVega si chiama Diego e non è uno scherzo cosi come è vero quanto detto sopra.

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