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Donne il 2 giugno

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La parata militare, per festeggiare la Repubblica e le Forze Armate, c’è stata anche quest’anno. Sobria, senza l’assordante e dispendioso rumore dei Leopard a rovinare il pavé dei Fori Imperiali. Soldati in divisa. Uomini e, da qualche anno, in molti ruoli: donne. Molte, comandanti in ogni reparto. Donne marò, alpini, avieri, parà, marinai, finanzieri e carabinieri. Donne che sfileranno guidando mezzi pesanti così come quelle presenti in tribuna tra le alte cariche dello Stato. Presenti, con eleganza minimal, la presidente Laura Boldrini e il ministro della difesa Roberta Pinotti: prima donna, nella storia d’Italia, a capo di questo dicastero. Sono sfilate le gloriose crocerossine, che hanno sempre raccolto applausi e riconoscenza per i loro ruoli umanitari, e chissà se tra loro c’è ancora, ancora, quel maggiore con gli occhi azzurri che incrociò, incolpevole, gli sguardi rapiti di un presidente del consiglio di qualche anno fa.
2 Giugno: un giorno speciale per tante donne, per tutte quelle giovani mamme che hanno accompagnato i loro figli, eccitati e imbandierati, prima ad applaudire la fanfara dei bersaglieri e, poi, tutti col naso all’insù: passano Le Frecce Tricolore, brividi di gioia.
Sei bella così, Italia, quella delle donne che vogliono esserci sempre e in parità di ruoli, per provare ogni giorno a cambiare questo, a volte strano, Paese

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ANTONIO QUAGLIARELLA

Pugliese del ’44, una decina d’anni in ogni provincia e, partendo da Lecce, ha emigrato nel 2003 in Lombardia. Proprio l’anno del grande caldo, con questa regione in testa per il maggior numero di anziani sopravvissuti. Sempre nel campo finanziario, ha smesso (fortunatamente) di dare consigli il 30 aprile del 2013. Servizio militare assolto con gioia e onore nei Parà, la Toscana gli entra nel cuore in quel periodo, era 1968. Non resiste per tanto tempo a niente e a nessuno, quando ha potuto farlo si muove di conseguenza, riconoscendosi il merito di saper vivere con piacere in contesti molto complessi e diversi e questo sin da bambino. Ogni volta prova la stessa sensazione di avere di fronte una vita nuova di zecca da scoprire e questo gli moltiplica le forze. Viene cooptato nel Rotary International e si merita la Paul Harris Fellow, appena prima che istituissero il numero chiuso per i terroni. Questo continuo frazionamento di vita lo porta alla convinzione che l’ultima persona vicina non potrebbe mai avere sottomano una storia completa (quasi) della sua vita. Così comincia a scrivere. Ne fa le spese, di questo fiume di inchiostro, La Rivista Intelligente e la sua “mamma” Giovanna. Essere sé stessi sempre, qualche volta anche juventino, ha un prezzo da pagare. Solo una donna sempre al suo fianco, dai tempi della migrazione e l’accoglienza, continua a fargli sconti e a dargli credito e lui l’ha legata a doppio filo alla sua vita, ormai finalmente stanziale.

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