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Il maglione verde

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La vecchietta col piattino era seduta per terra, con le gambe allungate in avanti, all’angolo di via Nazionale. Forse era italiana, forse no. Fazzoletto in testa, cappottino sdrucito e sguardo perso, in cui si leggevano tutte le traversie di una vita.
Aveva scelto quell’angolo, vicino a un negozio di abbigliamento né lussuoso né troppo ordinario, contando sull’eventuale generosità degli impiegati in pausa pranzo, quasi tutti provenienti dall’immenso edificio della Banca d’Italia che domina quel tratto della famosa strada romana.
Il padre e la figlia avevano fatto acquisti. Niente di che, un pulloverino rosa corallo preso in saldo, per la ragazza che lo aveva già indosso e teneva in mano la busta col nome del negozio contenente il vecchio, slabbrato maglione verde bosco, diventato un impiccio di cui liberarsi urgentemente.
“Per carità, non lo riportare a casa. – stava dicendo infatti il padre – Abbiamo gli armadi strapieni e per una cosa che entra ne deve uscire un’altra. Questa è la regola, lo sai bene”.
La ragazza si guardava intorno perplessa, perché disfarsi di un capo di vestiario non è impresa facile come potrebbe sembrare. Anche se fossero stati a tiro, cestini e cassonetti non erano idonei alla funzione, come tutti ormai sanno, e i contenitori per vestiti smessi sembrano spariti dalla circolazione.
La vecchietta apparve subito la soluzione ideale. Accettò infatti sorridendo il maglione verde, che era di lana buona e morbida.
Forse fu proprio la velocità dell’operazione andata a buon fine con soddisfazione di tutti, forse il demone maligno che sonnecchia nelle teste della maggior parte degli esseri umani, ma nel momento esatto in cui il maglione verde aveva cambiato proprietario, qualcosa scattò nella testa del padre.
Cosa aveva che non andava, quel pullover? Perché era diventato improvvisamente un oggetto inutile, addirittura un peso insopportabile? Non era stato, non più di due o tre anni fa, il graditissimo regalo di zia Felicetta per i diciott’anni della ragazza?
Ci voleva coraggio, ma il padre lo trovò.
“Signora, mi scusi tanto, sa. Abbiamo pensato che proprio non possiamo darglielo. E’ un regalo, sa com’è, non vorremmo che poi nascessero questioni in famiglia…scusi davvero ancora”.
La vecchietta, incredula, restituì docilmente il maglione che aveva ancora in mano e girò la testa dall’altra parte. Ne aveva passate tante ma questo, ancora, non le era capitato.

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