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Racconti

Il pranzo dei rancori

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Illustrazione Stefano Navarrini ©

 

Il patriarca sedeva a capotavola, i bicchieri ormai tutti vuoti, nelle bottiglie ne restava per l’ultimo brindisi. Si alzò faticosamente, rifiutando l’aiuto che il giovane nipote stava per prestargli.

«Amici e parenti. Voi tutti che siete venuti a questa ricorrenza per me così importante. Centodue anni. In tutto questo tempo so di aver fatto torto a molti di voi».

Una pausa, e un leggero mormorio nella grande sala. Il cameriere si fermò con le tazzine del caffè fumante nel vassoio sospeso per aria.

«E molti di voi… no, no, proprio tutti, a pensarci bene, avete fatto qualche torto a me. Piccolo o grande. E io non ho mai avuto la forza di pe威而鋼
rdonarvi, o almeno di dirvi le parole giuste per passare oltre. E tutto si è accumulato, come questi anni che mi porto».

Il giovane nipote lancia un applauso, seguito subito da tutti, Luca smette di grufolare nel piatto del dolce della moglie e cerca un tovagliolo per non applaudire con schizzi di panna.

Il patriarca fa un gesto perentorio.

«Non ho finito».

Scende il silenzio, Luca riprende a raschiare panna e diplomatica dai bordi. Il cameriere si avvicina con i caffè, non sa da dove iniziare a servire.

«Quel momento è arrivato, e il mio cuore è ormai sgombro da dubbi e incertezze».

Una pausa misurata per girare lo sguardo, che si posa infine sul nipote giovane che pende dalle sue labbra.

«Perciò vi dico che potete pure andare tutti affanculo. Posso anche morire da stronzo».

 

Paolo Messina

Nasce nel 1960 a Porto d’Ischia in una sera d’aprile. Nel ‘66 la famiglia si trasferisce a Roma. Studia fino alla maturità scientifica, in uno dei più turbolenti licei della capitale negli anni compresi tra il golpe in Cile e il rapimento Moro. Qua conosce la sua compagna di banco e di avventura, Laura. Nel 1980 già lavorano entrambi, ma si accorgono che c’è solo un’estate a vent'anni, perciò comprano una moto, si licenziano e partono in un viaggio che finisce quando finiscono i soldi, tenuti nascosti in un rotolo di carta igienica. Nel 1981 grazie a un concorso fatto ai tempi del liceo Paolo ottiene un impiego presso una grande azienda di servizi a capitale statale. Comprano una piccola casa a Roma, zona Magliana, quella della banda, contando di poter tornare a Ischia appena possibile ma non è possibile. Nel 1991 mantiene la promessa di trasferirsi al mare e va in Maremma. Qui, quando non sopporta più di essere un triste impiegato in un triste ufficio di una triste azienda si licenzia. Ora è titolare di una piccola ma prestigiosa azienda nel settore enogastronomico di qualità tipica e biologica. Da quasi quarant’anni non è sposato con Laura. Paolo Messina ha scritto due raccolte di racconti, stampate in proprio da PC in poche decine di copie, e la raccolta “Interferenze Indiscrete”, tramite il sito “Il miolibro” de La Feltrinelli. ha pubblicato nel 2007 per Il Filo editore la raccolta di poesie “Baci di Arcobaleni Sbiechi”. Del 2011 pubblica su La Rivista Intelligente, di cui dal 2012 è collaboratore stabile.”

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