Samuel ‘Smelka’ Ginsberg nacque da famiglia ebrea nella regione di Ternopol in Ucraina il 28 giugno 1899. Bolscevico dal 1919, durante la guerra civile sabotò le linee della armata bianca, organizzò scioperi ferroviari contro le armate di Pilsudskij. Nel 1923 operò attentati in Germania. Perfezionatosi alla Accademia Rossa di Mosca, nel 1925 è a Vienna e con il nome di Walter Krivitsky stabilisce collegamenti da Parigi a Berlino. Dal 1929 è artefice dello smercio e riciclaggio di falsi dollari Usa a favore dell’Urss. Nel 1931 è insignito dell’ Ordine della Bandiera Rossa. Nello stesso anno entra nel NKVD, si stabilisce all’ Aja, apre sotto falso nome una libreria d’arte. crea una rete di agenti in tutta Europa fra giornalisti, politici, artisti e funzionari di governo. Nella guerra civile spagnola ‘Smelka’ addestra volontari e si distingue nel perseguire le formazioni trotzkiste nel fronte repubblicano. Con l’ arresto di Yagoda e l’arrivo di Jezov alla guida del NKVD, inizia una epurazione di molti agenti. ‘Smelka’ si sente in pericolo. Richiamato a Mosca, obbedisce, mentre chi si rifiuta viene liquidato. Trova il modo di tornare in Francia ed è inseguito dagli uomini di Jezov. Lev Sedov, figlio di Trotzky, gli assicura la protezione di ambienti vicini a Leon Blum. Alla fine del 1937 si stabilisce a New York. Inizia una intensa attività giornalistica sul Saturday Evening Post, denuncia la politica di Stalin e le attività spionistiche sovietiche. Il 2 maggio 1939, quando Litvinov viene sostituito da Molotov, Krivitsky prevede che Stalin è in procinto di accordarsi con Hitler rinnegando l’asse Parigi-Londra. Il Partito comunista americano accende la polemica e lo accusa di dividere il fronte democratico antifascista. Anche da parte della amministrazione Roosevelt c’è una certa diffidenza. Dopo il patto Ribbentrop-Molotov tra Germania e Urss, del 23 agosto 1939, Krivitsky ribadisce sul New York Herald Tribune che Urss e Germania hanno in mente un attacco congiunto al Trattato di Versailles e all’Impero britannico, e che i due stati hanno segretamente collaborato fin dal 1922 . Nel novembre 1939 esce il libro autobiografico ‘I wase Stalin’s agent’ (‘Sono stato agente di Stalin’, pubblicato in italiano nel 1940) in cui ripete questi giudizi. Agli inizi del 1941, il 9 febbraio, Krivitsky si stabilisce a Washington nell’ Hotel Bellevue e si iscrive nel registro degli ospiti con il nome falso di Zalter Poref. Era visibilmente nervoso e tremante. Alle sei del mattino ordina acqua minerale e tre ore dopo una cameriera lo trova riverso sul letto col capo insanguinato. La polizia, subito intervenuta, chiude il caso come suicidio. Prima di morire, ‘Smelka’ aveva lasciato note manoscritte ad amici ed alla moglie, raccomandando il figlio Alek di essere vicino al ‘popolo soviietico’