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Cinema Recensioni

Il sol dell’Avvenire

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Margherita Buy, Nanni Moretti e Barbora Bobulova

Curiose coincidenze tra due pellicole appena uscite: “Il ritorno di Casanova” (clicca sul titolo) di Salvatores e “Il sol dell’Avvenire” di Moretti. Entrambe hanno come protagonisti due registi alle prese con il montaggio di un nuovo film; in entrambe le vite reali dei protagonisti si sovrappongono a quelle virtuali; entrambe parlano di cinema d’antan e di produzioni cinematografiche oggi. Ci sono altri temi che coincidono: l’amore (che inizia e che finisce), la vecchiaia, la solitudine, l’incomprensione da parte di chi è agée nei confronti dei tempi frenetici cui siamo sottoposti. Ma le similitudini finiscono qui, dalla prima sala esci triste e depresso, dalla seconda sorridente e con animo leggero. Dopo il flop di “Tre piani” (clicca qui)  Nanni ha ritrovato se stesso e il suo pubblico. Lui è sempre lui, un po’ imbolsito, sgualcito, con l’occhio da pazzo e la voce monocorde. Impartisce lezioni con tono saccente, si fa detestare dalla moglie (una sempreverde Margherita Buy) che cerca di lasciarlo da anni ma, nonostante il supporto di uno psicanalista, non ci riesce; ha un rapporto complicato con la figlia che alle barbose cene di famiglia preferisce un compositore che potrebbe essere suo nonno. La storia di Giovanni e Paola si intreccia con quella di Ennio (Silvio Orlando) e Vera (Barbora Bobulova) interpreti principali del film di Giovanni, ambientato a Roma nel ’56, ai tempi dell’invasione russa di Budapest. Ennio e Vera, comunisti sfegatati, pian piano – soprattutto Vera – si ribellano alla brutalità sovietica e cercano di imprimere una svolta nel partito, rigidamente guidato da Togliatti. Con uno sguardo grato a Fellini (le immagini del circo ungherese in trasferta nella Capitale), saltimbanchi, trapezisti, fenomeni da baraccone, Nanni imbastisce una vicenda surreale ma convincente nella sua eccezionalità. Canta se stesso e la sua (la nostra) perduta giovinezza urlando stonato le note di Aretha Franklin e accarezzando con il cuore e le orecchie la poesia in musica di Faber. Il film si chiude in modo eccezionale, a suon di fanfare e a passo di elefante, con un’allegria contagiosa e una voglia incontenibile di essere lì, in quel parterre de reine e de roi.
Il Sol dell’Avvenire – di Nanni Moretti – Italia 2023 – In concorso a Cannes
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COSTANZA FIRRAO

Nata a Bari nel 1953, è sposata e ha due figli. Vive a Milano dal 1990. Collabora negli anni ’90 alle pagine culturali di alcuni quotidiani locali ed è stata traduttrice dal francese per riviste bilingue. Ha curato vari siti e blog. E' appassionata di cinema e letteratura.

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