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Frizzi e lazzi

LA POSTA DI DONNA MESTIZIA – 3) FRANCESCO PETRARCA

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Donna colta ed elegante, laureata in lingue salmistrate all’Università della Vita, Suellen Lo Porco è nota al grande pubblico con lo pseudonimo di Donna Mestizia. Ella, nella storia del costume italiano, ricopre un ruolo significativo ed indiscusso di Signora del bon ton, del bon bon e del can can. Da anni educa le italiane e gli italiani alle arti della socievolezza, delle buone maniere e delle mode, con i suoi ineludibili consigli e suggerimenti, che dispensa con fascinosa generosità nella sua rubrica di piccola posta. 

FRANCESCO P.
Mi scrive il sig. Francesco P., aretino trasferitosi ad Avignone:

“Cara Donna Mestizia,

porto un segreto inconfessabile nel mio cuore: sono perdutamente innamorato di una ragazza bellissima, Laura. È bionda, formosa (l’ho vista fare il bagno ignuda nelle chiare fresche e dolci acque di una sorgente, qui in Valchiusa), affascinante e sensuale come nessuna. Tu dirai “E allora? È normale che tu te ne sia innamorato!”. Sì, Donna Mestizia, non ci sarebbe nulla di strano, se non fosse che io sono un chierico e vorrei/dovrei dedicare ogni mio pensiero a Dio! Sono la favola del paese, ormai si sono accorti tutti che ho perso la testa per lei. Per farti capire in che situazione io sia, ti trascrivo una poesia che ho scritto sul mio diario segreto.

Solo et pensoso i più deserti campi
vo mesurando a passi tardi et lenti,
et gli occhi porto per fuggire intenti
ove vestigio human l’arena stampi.

Altro schermo non trovo che mi scampi
dal manifesto accorger de le genti,
perché negli atti d’alegrezza spenti
di fuor si legge com’io dentro avampi:

sì ch’io mi credo omai che monti et piagge
et fiumi et selve sappian di che tempre
sia la mia vita, ch’è celata altrui.

Ma pur sí aspre vie né sí selvagge
cercar non so ch’Amor non venga sempre
ragionando con meco, et io co’llui.

Ecco, Donna Mestizia, questa è la mia situazione. Cosa posso fare per trovare finalmente pace? Ti prego aiutami!
Tuo Francesco P.

Caro Francesco P.,
La tua storia è davvero intrigante e presenta aspetti, a dirla tutta, preoccupanti. Vediamo un po’ di analizzare quanto hai scritto sul diario:

Solo et pensoso i più deserti campi
vo mesurando a passi tardi et lenti,
et gli occhi porto per fuggire intenti
ove vestigio human l’arena stampi.

Queste righe mi portano a credere che tu, prima di farti prete, abbia preso un diploma di agrimensore. Non è che, tra una disperazione e l’altra, stai cercando terreni isolati per qualche speculazione edilizia?

Altro schermo non trovo che mi scampi
dal manifesto accorger de le genti,
perché negli atti d’alegrezza spenti
di fuor si legge com’io dentro avampi:

Quindi tutti hanno capito che sei affranto perché Laura non te la dà. Cerchi la solitudine perché ti vergogni del tuo essere un chierichello amoroso duddù daddadà!

sì ch’io mi credo omai che monti et piagge
et fiumi et selve sappian di che tempre
sia la mia vita, ch’è celata altrui.

Ma scusa, non hai detto tu stesso che tutti hanno capito il tuo segreto? E allora perché devi andare a inquinare sonoramente anche l’ambiente naturale con le tue lagne? Guarda che ti segnalo a Greta, eh!

Ma pur sí aspre vie né sí selvagge
cercar non so ch’Amor non venga sempre
ragionando con meco, et io co’llui.

Dunque parli da solo, credendo di dialogare con tale Amor(tacci sua): di male in peggio! Mi sembri lo zio picchiatello di Amarcord, quello che urlava sull’albero “VOGLIO UNA DOONNAAAAA!!!” https://www.youtube.com/watch?v=Au02p8huOuU

Francesco, scusa se te lo dico, ma tu hai bisogno non di una rubrica di posta del cuore, bensì di un consulto psichiatrico. È chiaro che tu sei un perfetto dicotomico: vuoi fare il prete, ma fai il guardone sul fiume; vuoi dedicarti a Dio, ma hai la fissa per la bonazza bionda; vuoi che nessuno sappia il tuo segreto, ma lo urli in tutti luoghi e in tutti i laghi. Ascolta, visto che ti piace scrivere e che mi sembra che tu, alla fine, non sia mica tagliato per la carriera ecclesiastica, ti consiglio di perfezionare il tuo stile (perdonami, ma è davvero vecchiotto) e di dedicarti alla stesura di testi per canzoni. Dammi retta, intravedo delle buone potenzialità in te. Prepara un Canzoniere e poi proponilo, che so, a Gigi D’Alessio. Sono certa che potrebbe uscire una buona collaborazione!

Son colei che tutti vizia, son la tua                                                                                                                                                                                                                                 Donna Mestizia

 

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AGLAJA

Aglaja è una disegnatrice grafica, illustratrice, pittrice e vignettista con il vizio della scrittura, che si cela nei panni di Gabriella Corbo, insegnante di lettere. Per undici anni (dal 2003 al 2014) ha illustrato e disegnato vignette su blog e sito dello scrittore e giornalista Enzo Costa, sui suoi blog d’autore di Repubblica.it (dove ha tradotto in immagini i “Lanternini” di Enzo e ha tenuto una propria rubrica di vignette, “Domenicaglaja”) e dell’Unità.it (“Malumorismi”). Ha illustrato i libri “Rime Bacate”(Editori Riuniti), "Col senno di prima" (Editori Internazionali Riuniti), "Cercati col Lanternino" (Red@zione), tutti di Enzo Costa. Sempre con Enzo, ha partecipato al Festival Internazionale di Poesia di Genova 2012, con la proiezione di sue vignette che illustravano le rime dell’autore. Nel frattempo, diverse sue immagini “serie” cominciavano a essere esposte in mostre tematiche. Nel 2010 ha vinto il primo premio al concorso nazionale Sapete come mi trattano?, indetto dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), per la categoria vignette, premio attribuitole dal Comitato d’onore, composto da esponenti di spicco del mondo della cultura (tra cui, per le vignette, Massimo Bucchi di Repubblica) e del movimento per i diritti delle persone con disabilità. Aglaja ha esposto le sue vignette, illustrazioni ed immagini, con i testi di Enzo Costa, nella mostra “Figuriamoci”, allestita al Muvita dal teatro Sipario Strappato di Arenzano (Genova), e nella mostra “Tra il dire e il disegnare c’è di mezzo il mare”, al Museoteatro della Commenda di Prè (Genova), una summa dei lavori della “ditta” EnzoCosta&Aglaja, sul tema del mare e dell’accoglienza, con divagazioni satirico-oniriche: è stata l’ultima, felice, occasione che ha visto insieme i “soci” Aglaja ed Enzo, mancato pochi giorni dopo l’inaugurazione. Dopo la scomparsa di Enzo Costa, Aglaja ha cessato la sua attività di vignettista satirica (salvo concedersi qualche “strappo”), preferendo dedicarsi alla pittura digitale, in cui fa vivere il suo mondo surreale. Ancora alla Commenda di Prè, Aglaja ha così inaugurato nel 2015 la sua prima personale su tela: “Come è profondo il mare”, gli abissi immaginari di una viaggiatrice statica. Del 2017 è il progetto “Scrittori liguri”, partito dall’idea di inventare ritratti impossibili di 19 grandi scrittori della Liguria partendo dalle loro parole. Il progetto si è concretizzato in un evento, “Equinozio delle Arti”, a Palazzo Tursi, e in una personale nel corso del Festival della Poesia di Genova, a Palazzo Ducale. Nel settembre dello stesso anno, si è inaugurata una nuova mostra al Museo del Mare di Genova dal titolo Fondali immaginari, dove le foto subacquee del fotogiornalista Adriano Penco sono state rivisitate dalla fantasia di Aglaja e dai suoi disegni surreali. Nel 2018 quattro opere di Aglaja su tela hanno fatto parte di Mosaic, a cura di Art Commission, un’installazione collettiva itinerante (in Italia e all’estero) a tema libero, che prende vita e forma assemblando i lavori degli artisti partecipanti. Ultimamente, Aglaja ha iniziato a sperimentare la serigrafia: i suoi disegni ora sono serigrafati su piastrelle, una tecnica che restituisce come non mai la luce e la brillantezza dei colori, così come sono preparati graficamente per lo schermo. Cura l’archivio dei lavori del suo socio, ne pubblica illustrandoli – sulle sue pagine social e su La Rivista Intelligente – brani e poesie inedite. Ha raccolto le poesie intimiste di Enzo Costa, uscite nel dicembre 2017 per Rayuela Editore, con un ritratto dell’Autore disegnato da Aglaja in copertina. Nel 2020 un suo disegno è stato scelto come copertina della raccolta di liriche "Poesie del Risveglio" di Simona Garbarino, ZONA Contemporanea 2020. Continua ad essere una prof. resistente e una disegnatrice/scrittrice impenitente. E viceversa.

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