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Società

LA TIRANNIA DELLA RETE

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Marina e Alessio si erano conosciuti su Facebook, si erano fidanzati su Instagram e avevano annunciato le loro nozze su Twitter. Per il matrimonio, lei in abito bianco col velo, lui in completo scuro – entrambi elegantissimi – avevano organizzato un video party su Fb. Mille invitati, l’evento era stato seguito da oltre 5.000 followers dell’una e dell’altro. Per il resto continuavano la loro esistenza, lei lavorava per una piattaforma digitale, lui vendeva appartamenti online. Tutti i giorni si collegavano su Face time all’ora di pranzo e mangiavano assieme, lei sul tavolo in cucina e lui sulla scrivania in soggiorno; la sera, ciascuno nel proprio letto, facevano l’amore a distanza. Tutto filava alla perfezione nella loro unione, certo occorreva stare attenti alle spie del web, ai delatori e agli haters, ma il cruccio maggiore di Marina e Alessio era di non poter avere figli. Il ministero della Salute del governo SN (Social-Nazionalista) consentiva infatti la fecondazione assistita solo alle coppie che potevano vantare sangue puro al 100%, e purtroppo Marina aveva avuto una nonna di razza mista (per metà italiana per metà senegalese). Marina aveva l’incarnato quasi chiaro e gli occhi azzurri ma al comitato per la Purezza della Razza non bastava. Erano quindi costretti lei e Alessio alla distanza forzata e all’amore virtuale. Avevano pensato di incontrarsi finalmente di persona, in un luogo segreto, anche grazie all’aiuto di un amico che era nei servizi segreti, ma poi non ne fecero nulla, troppi controlli e rischi troppo alti. Trascorsero moltissimi anni, il loro rapporto, a differenza di tanti altri, bruciati e consumati dalla routine, filava senza scosse e con la medesima tenerezza. E, anche quando il regime fu rovesciato e il contatto fisico ripristinato, loro non se ne accorsero, continuarono ad amarsi e a scrutarsi attraverso il video, ruga dopo ruga, piega dopo piega, fino a quando i loro computer e i loro palmari furono troppo obsoleti per funzionare. Di Marina e Alessio non si seppe più nulla. Forse erano solo degli avatar, chissà.
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COSTANZA FIRRAO

Nata a Bari nel 1953, è sposata e ha due figli. Vive a Milano dal 1990. Collabora negli anni ’90 alle pagine culturali di alcuni quotidiani locali ed è stata traduttrice dal francese per riviste bilingue. Ha curato vari siti e blog. E' appassionata di cinema e letteratura.

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