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PRENDERE PER FAME L’IRLANDA [Cose d’Irlanda #11]

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L’altro giorno la ministra britannica  del nuovo governo di Boris Johnson, Priti Pate, ha dichiarato che far mancare il cibo in Irlanda deve essere una leva per convincere il governo irlandese a trattare rispetto alla Brexit. La storia del rapporto tra Regno Unito ed Irlanda è piena di errori, mancanze di tatto, poca sensibilità che ha acuito gli scontri anziché superarli. Anche la dichiarazione della neo ministra segue questo solco.

La storia del popolo irlandese è sempre stata segnata da povertà e scarsità  di cibo, ma quanto successo tra il 1845 ed il 1849 è la tragedia più grande che abbia colpito questo popolo.  Nel 1845 le coltivazioni di patate iniziarono a marcire sottoterra. Un fungo, la Peronospera, che aveva già colpito l’America del Nord e l’Europa Continentale era sbarcato in Irlanda. Come la peste del 300 era arrivato per nave dal continente. Inizialmente gli  irlandesi non si preoccuparono eccessivamente, in agricoltura ogni tanto c’è un’annata cattiva. Non sapevano che era l’inizio di una tragedia, “La grande carestia“,  che avrebbe ridotto in quattro anni la popolazione da  otto a sei milioni di abitanti. Da quella volta l’Irlanda non ha mai raggiunto nuovamente la popolazione d’allora.

  • È il periodo della grande emigrazione verso l’America. Le navi venivano stipate all’inverosimile e la maggioranza di coloro che partivano  vi arrivano malati o non sopravvivevano al viaggio, tanto che le navi vennero chiamate “Coffin Boat”, le navi bara. Curiosamente più fortunati erano coloro che emigravano in Australia, delinquenti o orfani. Infatti lo stato pagava alla compagnia di navigazione una somma per ogni persona che raggiungeva viva la destinazione e quindi c’era maggior attenzione rispetto a colori che, per andare in America, pagavano alle compagnie il biglietto preventivamente e poi venivano abbandonate a se stesse.

La grande carestia e la grande emigrazione  ha segnato l’Irlanda sotto diversi aspetti economici e sociali. La presenza di una grande comunità irlandese negli USA ha fatto si che ci siano rapporti stretti tra i due paesi ed è stata la spinta allo sviluppo economico degli anni novanta. Venti presidenti USA, tra cui Kennedy, Nixon, Obama, hanno avi irlandesi. Curioso è che uno dichiari di averli, ha valore nelle elezioni vista la grandezza della comunità irlandese, ma non è mai stato dimostrato. Si tratta di Clinton.
Il periodo delle crisi ha portato al sorgere di cucine comunitarie per aiutare la popolazione, tradizione che continua oggi e che per fortuna allevia il disagio dei senza tetto, in assenza di una politica che se ne occupi. Rispetto alla immigrazione in Irlanda non si parla di Ius Soli o Ius Sangiuinis. Se sei in Irlanda da cinque anni e vuoi restarci, puoi diventare irlandese, uguale a tutti gli altri.  Dalla tragedia l’Irlanda ha imparato.

C’e’ un altro aspetto della storia di quegli anni. Nonostante le patate marcissero sotto terra cibo, pur scarso, ci sarebbe stato. C’erano l’orzo e l’avena. Li vedevano crescere i mezzadri irlandesi nei campi in cui lavoravano. Ma poi il raccolto lo vedevano partire verso Londra o verso l’Europa dove veniva venduto, lasciandoli nella fame.

Parlare di far mancare il cibo forse non è la maniera migliore per rapportarsi con l’Irlanda.

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FULVIO ROGANTIN

Sono triestino di nascita, dublinese di adozione. L’amore per Joyce nasce quando nel 1993, a Trieste, assisto alla lettura integrale dell’Ulisse, durata circa 30 ore. 4 anni fa mi trasferisco a Dublino per fare l’informatico. Inizio, per passione a fare dei tour Joyce. La mia vita cambia, ora, messa da parte l’informatica se non per alcuni progetti culturali, sono guida nazionale ed è oramai un lavoro a tempo pieno.

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