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SALVIAMO I TITOLI DI CODA (una petizione)

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salviamo i titoli di coda

salviamo i titoli di coda

In questi tempi, certo tristi per ben più drammatici motivi, anche se le condizioni in cui versa il mondo dello spettacolo non possono lasciarmi indifferente, in questi mesi in cui sono stato costretto a soddisfare la mia fame di cinema unicamente tramite il piccolo schermo, mi sono reso conto di come, anche da parte dei canali più prestigiosi (sul digitale terrestre), sia invalsa la prassi di tagliare i titoli di coda dei film. Una prassi che trovo particolarmente offensiva.

Nei confronti degli spettatori, che magari avrebbero, ad esempio, la curiosità di identificare quel brano della colonna sonora che li ha particolarmente colpiti (mi è capitato presentando “La camera azzurra” di Mathieu Amalric, nella rubrica I Rivisti in TV su La Rivista Intelligente).

Nei confronti delle tante professionalità che hanno messo la propria passione al servizio dell’opera, senza le quali il film non avrebbe potuto essere realizzato, o comunque sarebbe stato diverso, e che hanno il diritto a veder riconosciuta la propria partecipazione (i tecnici, le controfigure, le comparse, i doppiatori…).

Nei confronti del diritto d’autore, se non in senso tecnico-legale, sicuramente in quello, più ampio, di vedere riproposta la propria opera nella sua integrità (sono ben consapevole che tale integrità è spesso il frutto di compromessi, ma di compromessi comunque accettati, pur obtorto collo).

Infine, temo che tale prassi segni un punto di non ritorno, la morte, se non del cinema, di un certo modo di intendere il cinema, quello cui sono stato educato e che tanto me lo fa amare.

Per questi motivi ho proposto una petizione“Rendere obbligatoria la proiezione dei titoli di coda nei film programmati in televisione”.  Non perché mi faccia illusioni, ma almeno per rendermi conto se sono il solo a pensarla così (così come non sono il solo a non abbandonare precipitosamente la sala appena iniziano a scorrere i titoli di coda).

Qua il link per firmare la petizione:  http://chng.it/VDtFnqSXTP

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LUCA BAVASSANO

LUCA BAVASSANO è nato a Cuneo il 26 settembre 1960, ma, dopo pochissimi anni, la sua famiglia si è trasferita a Bologna, ove ha avuto la possibilità di compiere i propri studi fino alla tesi di laurea in Lettere Moderne con il Prof. Ezio Raimondi (“Mito e storia: la discesa agli inferi della modernità”, co-relatore Prof. Guido Guglielmi). Successivamente si è trasferito ad Asti, ove attualmente risiede. Nel 2010 ha casualmente ritrovato le lettere scritte dal padre nel corso della seconda guerra mondiale e del primo dopoguerra. Ne è sorto un lungo lavoro di verifica, culminato, nel 2017, con la pubblicazione di “Panigaglia: storia di un marinaio qualunque” (Bertoni Editore), presentato in occasione delle celebrazioni per il settantesimo anniversario della tragedia del Panigaglia (Porto Santo Stefano, 1 luglio 2017). Attualmente al centro dei suoi interessi è l’opera di Georges Simenon, relativamente alla quale, oltre a diverse collaborazioni in internet, ha pubblicato “Maigret e il cibo, ovvero il metodo del torpore” (incluso nella raccolta “Racconti a tavola”, Historica Edizioni), presentato, in forma ampliata, a Fuori Luogo, Asti, l'8 febbraio 2020. Sempre per Historica Edizioni ha pubblicato “Una partita a bocce, o della sprezzatura secondo Simenon” (incluso nella raccolta “Racconti sportivi”) e "I sogni del dottor Mahé" (incluso nella raccolta "Racconti da sogno"). Il 12 settembre 2020 ha presentato al Teatro Alfieri di Asti "Sì, viaggiare! Alfieri, Simenon: un incontro improbabile", trascrizione drammaturgica di un suo testo di prossima pubblicazione. Tramite la passione per cinema e letteratura si è consolidata la collaborazione con "La Rivista Intelligente" con recensioni di libri e film nelle rubriche "I rivisti in TV" e "Recensioni secondo Luca".

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