Caricamento

Digita la ricerca

Libri

Vite inquiete

4.951 visite

 

Quanto sia difficile pensare in termini di verità è cosa nota. La soggettività apporta modifiche, storture, colorazioni che rendono prismatico questo concetto. Su questo tema si misura Julian Barnes nell’appassionante romanzo Il senso di una fine, vincitore del prestigioso Man Booker Prize 2011.
La storia non è semplice: il signor Tony Webster, in pensione già da alcuni anni, sposato e separato, si trova a dover ripensare al suo amico di gioventù Adrian Finn a causa di un lascito testamentario. Infatti, è stato nominato erede di una somma di cinquecento sterline e del diario di Adrian dalla madre di Veronica. Una sua ex fidanzata che però, in possesso del testo, si rifiuta di renderlo a Tony.
Perché? Quale mistero dietro questa opposizione?  E come mai è la madre di Veronica ad avere la proprietà di quel diario e a giudicare che sia proprio Tony a doverlo ricevere. E’ un dono? O piuttosto una punizione?
Veronica era stata la prima relazione di Tony. Una ragazza diversa dalle altre, e lui era troppo giovane per poterla capire fino in fondo. Una volta lei lo portò dai suoi genitori e lì ebbe una strana conversazione con la madre che sembrò quasi metterlo in guardia. Da cosa? Dalla sua famiglia? Da Veronica? E poi dopo tanti anni, dopo tutta la vita di Tony quella madre gli manda il diario di Adrian, il suo miglior amico morto suicida poco dopo una laurea a pieni voti e dopo aver iniziato anche lui una storia con Veronica.
Beh, già questo intrigo la dice lunga sul romanzo, ma il romanzo è veramente molto ma molto di più. E’ il tempo che passa che si confronta con il tempo che si ferma. E’ l’insieme delle domande che ci si pone di fronte a un suicidio. E’ la gioventù contro la vecchiaia, non quella generazionale, ma la propria. E’ “il problema dell’accumulo”, come aveva scritto Adrian nell’unica pagina del diario che leggeremo. L’accumulo delle relazioni e la loro impossibile riduzione a equazione. Dice sempre Adrian che forse si potrebbe “ridurre il campo delle analisi delle responsabilità e distribuirle in modo più esatto”. Quindi ci sono delle responsabilità. Ecco perché Tony per ottenere il diario dovrà rivivere la giovinezza, l’amicizia, la morte. E poi: ricordare, ritrovare, ricercare la verità. La verità degli errori, gli sbagli che cancelliamo per sopravvivere. Per sopravvivere al tempo inquieto.

 

Julian Barnes, Il senso di una fine, Einaudi, 2012.

Tags:
LIA MIGALE

è scrittrice ed economista. Tra le sue pubblicazioni non scientifiche i racconti In un altro luogo (1996) e il romanzo Malamore (2001) – entrambi per Empirìa – e La donna del diavolo (Voland 2009) e Piccola storia del femminismo in Italia (Empirìa 2016).

  • 1
Precedente
Successivo

Ti potrebbe piacere

Lascia un commento

Your email address will not be published. Required fields are marked *