Le parole gli parlavano. Kerguelen. Il suono delle parole disegnava colori nella sua mente. Kerguelen. Il miele delle sillabe era musica, era poesia, era un’immagine che si formava e si sfaceva con grazia. Kerguelen. Dove poteva aver sentito quel nome così dolce? Gli capitava spesso. A volte era un nome proprio, altre volte un aggettivo, […]
Mia madre in guerra sapeva ridere. E continuò nei decenni successivi. Negli anni sessanta era felice ed io con lei. Tutto era finito e tutto risorgeva. Nei settanta avemmo paura, viaggiare divenne difficile, cercavamo di non pensarci. Guardavamo le valigie, le stazioni erano luoghi in cui non stare. Ma vivemmo lo stesso, con insana fiducia. […]
Quando Alberto mi comunicò che non poteva esserci a causa di un imprevisto istituzionale, pensai che me la sarei cavata comunque e partii. Un motociclista mi rilevò all’ingresso del Principato e così arrivai, presto, al garage sotterraneo. Il portiere mi consegnò le chiavi, aveva appena dato la posta a Ringo. Sì, Ringo Starr dei Beatles. […]
«Buonasera Lucio, come stai?» «Buonasera Elio. Oggi mi sento un pochino spento, e tu?» «Mah, come sempre. È tutto un po’ noioso. Adesso poi, con il cambio dell’ora, mi sento inutile per troppe ore» «Hai ragione, non riesco ad abituarmi all’ora legale. Quando sto per addormentarmi mi tocca stare acceso all’improvviso. Non ne ho proprio […]
Lo notò per la prima volta in una luminosa sera d’autunno: non le era mai capitato che un moscerino si posasse sul piccolo schermo del suo computer, senza svolazzare come tutti i bravi moscerini autunnali ma spostandosi lentamente tra i caratteri delle parole che digitava. Non gli prestò molta attenzione sulle prime, provando solo un […]
Uscendo da scuola, giù alle rampe di Sant’Antonio allentavo il passo e, pur imponendomi di mostrare coraggio, non potevo ignorare le piccole scosse di paura che risalivano su per la schiena. Così, allungavo lo sguardo oltre l’angolo del muro bianco che correva verso il mare e se c’erano i cani, tornavo indietro: cambiavo strada. I […]
di Diego C. de la Vega
Mio nonno veniva da un paesino del Molise. Quando compì 13 anni sua madre lo portò dove partivano i piroscafi per le Americhe e lo fece salire sul primo che vide. Clandestino. Lui mi raccontava che aveva cercato di scendere, ma che la madre gli gridava che da mangiare per tutti non ce n’era. Lui […]